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L’edilizia si trova in una fase di transizione cruciale, e la sostenibilità ambientale rappresenta oggi uno dei pilastri su cui edificare il futuro. Tra le soluzioni più innovative e promettenti in questo contesto si distingue l’utilizzo della canapa industriale, un materiale che, grazie alle sue proprietà uniche, sta emergendo come protagonista di un nuovo paradigma edilizio. Non si tratta di una scelta puramente simbolica o di nicchia: la canapa, con il suo profondo impatto ecologico, tecnologico ed economico, offre una risposta concreta alle sfide che il settore delle costruzioni si trova ad affrontare.

La canapa industriale è una pianta dalle straordinarie qualità, coltivabile senza pesticidi e con una ridotta necessità di acqua. Da essa si ricava il hempcrete, un biocomposito formato da canapulo (la parte legnosa della pianta), calce e acqua. Questo materiale possiede caratteristiche che lo rendono estremamente adatto per l’edilizia sostenibile: è leggero, traspirante, resistente e altamente isolante, sia termicamente che acusticamente. Il hempcrete consente di migliorare il comfort abitativo grazie alla sua capacità di regolare naturalmente l’umidità degli ambienti, riducendo la necessità di riscaldamento e raffrescamento e contribuendo così a un notevole risparmio energetico.

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Oltre alle proprietà funzionali, la canapa rappresenta una soluzione di straordinario valore dal punto di vista ambientale. Durante il ciclo di vita dell’edificio, il materiale realizzato con la canapa assorbe anidride carbonica, bilanciando o addirittura superando le emissioni prodotte durante la costruzione. Questo lo rende un materiale con un bilancio di carbonio neutro o negativo, un aspetto fondamentale per un settore come quello edilizio, responsabile di una significativa quota delle emissioni globali di gas serra.

In un periodo in cui l’Unione Europea e i governi nazionali spingono per una rapida transizione verde, l’utilizzo della canapa risponde perfettamente alle esigenze di sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale. Le direttive comunitarie, unite ai fondi del PNRR e agli incentivi fiscali come il Superbonus, offrono un’occasione senza precedenti per promuovere l’adozione di materiali ecologici nelle costruzioni. La canapa, in questo contesto, può svolgere un ruolo da protagonista, contribuendo a ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e creare un modello produttivo più circolare.

La sfida, però, non è solo tecnica. Per rendere l’edilizia con la canapa una realtà diffusa è necessaria una filiera strutturata, capace di integrare produzione agricola, trasformazione industriale e applicazione edilizia. In Italia, la coltivazione della canapa potrebbe rappresentare una grande opportunità per l’agricoltura, soprattutto nelle aree rurali colpite dalla crisi economica e dallo spopolamento. Il nostro Paese vanta una lunga tradizione nella lavorazione della canapa, che può essere rilanciata grazie a politiche mirate e a una maggiore sensibilizzazione verso le potenzialità di questa pianta.

Dal punto di vista economico, l’edilizia con la canapa offre anche vantaggi tangibili per i costruttori e i proprietari di immobili. Sebbene i costi iniziali di costruzione possano risultare leggermente superiori rispetto ai metodi tradizionali, i benefici a lungo termine sono significativi. I risparmi derivanti dall’efficienza energetica, dalla durabilità del materiale e dalla ridotta necessità di manutenzione compensano ampiamente l’investimento iniziale. Inoltre, l’impiego della canapa permette di rispondere alle crescenti richieste di edifici sostenibili da parte di consumatori e investitori, sempre più attenti agli impatti ambientali delle proprie scelte.

Come general contractor, è chiaro che uno degli ostacoli principali alla diffusione dell’edilizia con la canapa è rappresentato dalla mancanza di conoscenza e fiducia nei confronti di questa tecnologia. Molti operatori del settore non sono ancora consapevoli delle potenzialità del hempcrete, né hanno le competenze necessarie per utilizzarlo efficacemente. Questo evidenzia l’importanza di investire nella formazione e nell’aggiornamento professionale, così da diffondere le conoscenze tecniche e normative necessarie per integrare la canapa nei progetti edilizi.

La frammentazione normativa è un ulteriore ostacolo da superare. Attualmente, in Italia, non esistono standard tecnici univoci che regolamentino l’uso della canapa nell’edilizia, creando incertezza tra i professionisti e i potenziali investitori. È fondamentale che le istituzioni intervengano per creare un quadro normativo chiaro e incentivante, che favorisca lo sviluppo e la diffusione di questa tecnologia.

Un altro elemento cruciale è il rapporto con le comunità locali. La coltivazione della canapa e il suo utilizzo nell’edilizia rappresentano un’opportunità non solo per le imprese, ma anche per le aree rurali e le piccole comunità agricole, che possono trarre vantaggio dalla diversificazione delle colture e dalla creazione di nuove filiere produttive. Tuttavia, per costruire un consenso attorno a questi progetti, è essenziale coinvolgere fin dall’inizio i soggetti locali, spiegando i benefici ambientali, economici e sociali della canapa.

L’edilizia ecosostenibile con la canapa non è solo una scelta per il futuro, ma una necessità del presente. In un contesto globale caratterizzato dal cambiamento climatico, dalla crisi energetica e dalla crescente pressione sulle risorse naturali, questa tecnologia rappresenta una risposta concreta e innovativa. L’Italia, con il suo patrimonio di competenze agricole e artigianali, ha un’opportunità unica per diventare leader in questo settore.

Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide con visione e determinazione. È necessario un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, imprese, professionisti e cittadini, per trasformare l’edilizia con la canapa da innovazione di nicchia a pilastro della costruzione sostenibile. Il futuro delle costruzioni è verde, e la canapa potrebbe essere una delle chiavi per costruire un mondo migliore per le generazioni a venire.

A cura di Gargano Esco

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