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In meno di un anno, il tasso sui depositi della Banca Centrale Europea (BCE) è passato dal -0,5% al 3,25%. A differenza della situazione negli USA i mercati prevedono ulteriori aumenti da parte della BCE nei prossimi mesi, con un incremento di 50 punti entro novembre.

La situazione del debito pubblico e le scelte della Banca Centrale Europea

L’aumento del costo del denaro sta esacerbando la situazione del debito pubblico italiano, arrivato a quasi 2.970 miliardi. Questo aumenta il costo del prestito sul nuovo debito e sul debito esistente che deve essere rifinanziato. Come riferimento, l’interesse offerto dai BTP a 10 anni è passato nell’ultimo anno dal 2.8% al 4.2%.

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I dati dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI)

Sebbene i tassi di interesse più elevati dovrebbero tradursi in rendimenti più alti sui conti di risparmio, questo non sembra accadere nel ciclo di rialzo iniziato a luglio 2022. Infatti, il tasso pagato dalle banche italiane su questi conti è rimasto al di sotto dell’1%. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) riporta che ad aprile 2023 il tasso di remunerazione medio dei depositi era dello 0,6%. In sintesi, le banche non stanno trasferendo ai depositanti l’aumento dei tassi guidato dalla BCE.

La liquidità erosa dall’inflazione

Questo aspetto è di particolare importanza per le famiglie italiane, che detengono circa 1.629 miliardi nei conti correnti. Questa liquidità, oltre a essere erosa quotidianamente dall’inflazione, non sta generando interessi significativi. Le persone si sono abituate a non ricevere interessi e non si rendono conto che ora è possibile. A febbraio le due principali piattaforme di investimento digitali in Europa, Trade Republic e Scalable Capital, che sono entrate in Italia nel 2022, hanno attirato l’attenzione generale offrendo tassi del 2% e 2,3% sulla liquidità non vincolata dei propri clienti.

Le scelte della Banca Centrale Europea

Un’ulteriore soluzione per i risparmiatori italiani è quella di investire nei fondi monetari, o money market funds. Questi fondi investono in strumenti a breve scadenza, come titoli di stato a breve, certificati di deposito e pronti contro termine. Offrono un rendimento vicino al tasso BCE sui depositi del 3,25%, con alta liquidità e basso grado di rischio. Negli Stati Uniti, solo nel mese di marzo, gli investitori hanno versato 367 miliardi in questi fondi.

Uno studio di Goldman Sachs

Tuttavia, sebbene sia importante massimizzare i rendimenti sulla liquidità il modo più sicuro per preservare il potere d’acquisto è investire nel mercato azionario. Infatti, uno studio di Goldman Sachs che analizza dati dal 1926 ad oggi, conferma che le azioni sono l’unico investimento ad aver garantito di battere l’inflazione in un periodo di investimento di 20 anni, generando ritorni reali (al netto dell’inflazione) del 5% annuo.

La strategia dei piani di accumulo

In questo scenario, i Piani di Accumulo (PAC) in ETF rappresentano una delle migliori strategie per iniziare. Poiché consentono di investire regolarmente nel mercato azionario attraverso fondi che tracciano l’intero mercato. Questo approccio non solo mitiga il rischio legato al tempismo degli investimenti, ma offre anche diversificazione, trasparenza e costi più bassi rispetto ai fondi comuni. In Germania, la diffusione dei PAC è stata esponenziale, guidata principalmente da neo-broker come Scalable Capital, che infatti ha recentemente annunciato un milione di PAC sulla propria piattaforma.

La stessa diffusione è attesa in Italia e nel resto d’Europa, con Blackrock che stima che il numero di PAC in ETF crescerà dai 5 milioni del 2021 a 14 milioni nel 2024 e 26 milioni nel 2026.

A firma di Alessandro Saldutti, Country Manager Italia di Scalable Capital

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