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“Siamo il Belpaese perché abbiamo i piccoli campanili, il nostro Paese è il più bello perché possiede le ricchezze più variegate, per territorio e per originalità”, così l’incipit di Franca Biglio, presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia (d’ora innanzi ANPCI, ndr) e lei stessa, dal 1985 sindaco di Marsaglia, un piccolissimo comune di 214 abitanti della provincia di Cuneo, in Piemonte”.

Presidente Franca Biglio, cos’è un piccolo comune?

“E’ una realtà molto consueta dell’Italia, fatta di pochi abitanti ma consistente nel suo essere un luogo di tradizione e di produzione, un centro delle nostre più lontane periferie ma anche un modello della diversità italiana. Io penso, perciò, che nel nostro caso debba usarsi innanzitutto una parola d’ordine: diversificazione!”.

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Una costatazione ma anche un impegno…

“Sì – prosegue convinta – un impegno delle istituzioni a trattare i piccoli comuni come realtà degne del più alto diritto di cittadinanza. Noi non possiamo essere trattati come i parenti poveri o, ancor peggio, dimenticati. Abbiamo circa 1500 comuni con mille abitanti e centinaia di paesi con poche centinaia di cittadini, insomma un numero veramente considerevole di realtà comunali che necessitano di norme specifiche, di bandi di gara senza adempimenti assurdi, di misure facili da osservare, tenendo conto che molti piccoli comuni hanno un solo dipendente. Oltre al primo cittadino, naturalmente”.

Il mondo attuale parla il linguaggio della globalizzazione – pur se attenuato dal rumore dei cannoni in Ucraina – che impone anche ai piccoli comuni di usare le vie della comunicazione e della modernità più efficace e persuasiva, soprattutto per fare appello al popolo numeroso del turismo. C’è bisogno di un turismo 2.0?

“Guardi, personalmente non mi entusiasmo facilmente per un linguaggio simile – ha dichiarato Franca Biglio – 2.0 o 4.0, certi numeri hanno lo stesso effetto di cui ha parlato il Presidente Draghi, qualche giorno fa, riferendosi ai tanti anglicismi d’uso in Italia: a me interessa soltanto che tutti possano scoprire o riscoprire i piccoli comuni d’Italia, i tesori di arte e di testimonianza, i frutti del lavoro e della terra, di ogni parte d’Italia. E’ necessario soltanto questo! Servono, però, le risorse…”.


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