Nonostante il Covid stia tornando a preoccupare i cittadini, il Green Pass e altri obblighi della fase pandemica vanno verso l’abolizione. Come è noto il prossimo 31 marzo finirà la fase di emergenza sanitaria e di conseguenza cadranno tanti tabù che hanno caratterizzato questi lunghi due anni. Quello più importante, che genera più polemiche, è quello del green pass, ovvero il certificato verde risultante da vaccinazione.
Il green pass verso l’abolizione
Il Governo in queste ore sta individuando un crono-programma per abolire gli obblighi dettati dall’emergenza sanitaria. Sempre se i dati del Covid non dovessero diventare di nuovo preoccupanti, il green pass dovrebbe andare verso l’abolizione. Stando ad indiscrezioni il primo obbligo a cadere dovrebbe essere quello che riguarda il certificato verde a lavoro per gli over-50. Una misura che è stata a lungo osteggiata e che ha causato anche la perdita di alcuni posti di lavoro ai no-vax convinti.
Le dichiarazioni del sottosegretario Costa
É stato lo stesso sottosegretario alla salute, Andrea Costa, a confermare questi scenari. “Ritengo ragionevole pensare che a fine maggio nel nostro Paese il green pass non sarà più richiesto“. Questo dunque è un obiettivo del Governo. Secondo Costa “arriveremo ad un momento in cui il green pass anche nella versione base non sarà più richiesto. Il Green Pass è stato utile, ci ha permesso di gestire la pandemia e il precorso di riapertura di tutte le attività. Ma credo che dal 1° aprile ci saranno alcune situazioni in cui il certificato non sarà più richiesto, pensiamo ai bar e ristoranti all’aperto”.
La mascherina e le capienze
Tra gli obblighi più noiosi di tutta la fase pandemica vi è certamente quello di utilizzare la mascherina. All’aperto quest’obbligo è già decaduto, tranne per alcune regioni come la Campania. Ma è ragionevole ipotizzare che anche all’aperto, nella prossima estate, quest’obbligo possa venir meno. A ragionare sull’uscita dalla fase emergenziale vi sono anche le autorità sportive che iniziano ad ipotizzare capienze al 100% negli stadi e nei palazzetti. Le scelte dovranno essere sempre improntate alla prudenza e alla gradualità anche perché la Cina sta tornando ad un lockdown severo e questo non è proprio un buon segnale.