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L’economia circolare si basa su un principio fondamentale. Riutilizzare i materiali di scarto per alimentare nuovi cicli produttivi, riducendo al minimo gli sprechi, creando così un sistema capace di rigenerarsi da solo. Numerose imprese investono da anni nell’economia circolare e nello sviluppo sostenibile seguendo tre obiettivi fondamentali. Quello di ridurre i rifiuti della collettività, aumentare il riutilizzo degli scarti di processo, ottenere recupero ed efficientamento energetico. Questi obiettivi vengono realizzati con la valorizzazione dei rifiuti attraverso la riduzione dei volumi.

Il rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia

L’analisi del “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021” messo a punto dal Circular Economy Network (CEN) prevede che raddoppiando l’attuale tasso di ‘circolarità’ dell’economia mondiale si possono riuscire a tagliare le emissioni di gas serra del 39% all’anno. L’Italia è ancora una volta prima in Europa, per il terzo anno di fila. Questo il risultato dell’analisi contenuta nel terzo ‘Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021’, messo a punto dal CEN. Dal documento emerge che raddoppiando l’attuale tasso di ‘circolarità’ dell’economia mondiale passando dall’8,6% al 17% si possono ridurre i consumi di materia di 21 gigatonnellate (cioè portando le 100 di adesso a 79).

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Il tasso di circolarità, definizione

Il tasso di circolarità è la quota di risorse materiali provenienti dal riciclo sul totale delle risorse utilizzate. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può avere un ruolo importante nel rilancio della competitività delle aziende italiane. I progetti, infatti, potrebbero essere una spinta verso l’innovazione circolare in modo da sfruttare al meglio le potenzialità che tale mercato offre. Aspetto da non tralasciare sotto il profilo di innovazione e quindi occupazionale, è legato al settore della riparazione del riutilizzo e quindi del riciclo.

A livello occupazionale il nostro paese conserva i primi posti al livello europeo. Pertanto un nuovo modello di sviluppo e un nuovo modello culturale, che porta a stili di vita diversi, sono processi che non possono essere lasciati al mercato, perché il mercato da solo non è in grado di misurarsi con i processi di riprogettazione dei prodotti e degli stili di vita e quindi il ruolo del pubblico deve essere quello di indirizzare e di finanziare processi di questa natura.

Gli obiettivi del futuro: l’Italia e l’economia circolare

Raggiungere gli obiettivi del 55% di emissioni di gas serra in meno al 2030 e della neutralità climatica al 2050 mediante la revisione del piano energetico nazionale. Questo significa fare investimenti spinti sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica e sui sistemi industriali capaci di essere di fatto “circolari”. Occorre costruire filiere produttive in grado di misurarsi con questi processi innovativi e di grande impatto.

A cura di Valentina Apicella
Esperto in Digital Communication

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