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Il Superbonus 110% spopola ma il mercato dell’edilizia è in crisi. Colpa delle materie prime? Un apparente paradosso che si spiega in realtà facilmente: la carenza di materiali fa lievitare il costo delle materie prime, e così i cantieri aperti non riescono a procedere nei lavori e i nuovi interventi si spostano al 2022. Per giunta, questi ultimi sono spesso programmati e appaltati partendo da prezzari che, nel periodo di tempo che intercorre tra la firma del contratto e l’inizio dei lavori, finiscono per essere già obsoleti.

I rincari di materie prime durante un cantiere del Superbonus

A quel punto i costruttori sono costretti ad affrontare un rincaro che, in futuro, si scaricherà sulla somma versata dall’utente finale, andando così a invalidare il vantaggio economico che il Superbonus dovrebbe garantire in un arco pluriennale. Tornando ai costi, secondo lAssociazione Nazionale Costruttori Edili, le materie prime legate all’attività di costruzione sono fin dal 2020 sempre più difficili da reperire. Parliamo di metalli, calcestruzzo, bitumi, materie plastiche derivate dal petrolio. L’Ance denuncia una crescita del 150% dei prezzi nel periodo compreso fra novembre 2020 e maggio 2021. Un aumento del 110% per rame, ferro e acciaio, e oltre quella percentuale per quanto riguarda i polietileni. I prezzi di vernice e legno lievitano a loro volta, e così il cemento cresciuto del 10% circa a gennaio 2021, rispetto al dicembre 2020. Analizzando i dati Siteb, tra il novembre 2020 e l’aprile 2021, il bitume è invece aumentato del 21.9%.

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I rincari sono colpa del Superbonus?

Ma chi attribuisse al Superbonus 110% la colpa della carenza dei materiali edili e dei rincari delle materie prime commetterebbe un errore. Secondo l’Ance, infatti, la manovra ha inciso sul mercato solo dal febbraio 2021, quando gli aumenti si erano già verificati. E per giunta, il fenomeno non è soltanto legato al nostro Paese, visto che lamentano lo stesso problema anche Francia, Germania e Gran Bretagna. Ed è proprio questo connotato internazionale a far capire il vero motivo, e cioè la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, che ha visto una chiusura generalizzata delle imprese e la sospensione degli scambi commerciali in Europa e nel mondo. Da qui il difficile reperimento delle materie prime, e di conseguenza il loro rincaro.

“Il settore delle costruzioni è in surriscaldamento”

Quanto ai rappresentanti istituzionali, parlando del Dl Infrastrutture e Trasporti approvato qualche giorno fa alla Camera e ora passato al vaglio del Senato, il Ministro Enrico Giovannini ha dichiarato: “Il settore delle costruzioni è già in surriscaldamento congiunturale, con difficoltà a trovare manodopera, in particolare con certe specializzazioni e abbiamo il forte aumento dei prezzi delle materie prime”. E ancora: “Il Governo è già intervenuto su questo e [ci sarà il decreto] a compensare quelle imprese che sulla base di vecchi contratti hanno visto esplodere i costi”. Ma l’Ance dal canto suo ha proposto al Governo Draghi un meccanismo che permetta la discussione delle compensazioni anche nei casi in cui fossero escluse nel contratto. Una norma che andrebbe applicata anche ai lavori del Superbonus, fermi restando i tetti massimi di spesa di intervento.

E, per quanto riguarda il 110%, il Presidente dell’Ance Gabriele Buia ha chiesto espressamente di allungare i tempi per usufruire dell’agevolazione almeno fino alla fine del 2023. E in vista del Pnrr, l’Ance ribadisce l’importanza della trasparenza degli appalti pubblici, al fine di scongiurare la possibilità che i lavori vengano assegnati “al buio” finendo per favorire un numero ridotto d’imprese.

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