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Le elezioni nei piccoli comuni sono risultate essere dei processi piuttosto anarchici, dove si verificano anomalie e contraddizioni, a partire da nomi di persone candidate addirittura a loro insaputa. Lo ha scoperto Striscia La Notizia, in alcuni servizi dell’inviato Pinuccio, al secolo Alessio Giannone. E oggi, proprio in virtù di questa inchiesta, qualcosa potrebbe cambiare a livello normativo.

Infatti, il clamore mediatico messo in piedi dall’inchiesta di Striscia La Notizia chiamata “candidopoli” sta per produrre i suoi risultati. Sono stati approvati al Senato due emendamenti presentati al “Decreto Elezioni”. In modo particolare i servizi del Tg Satirico di Canale 5 misero in risalto la necessità di definire nuove leggi per il sistema elettorale dei piccoli comuni. Difatti nei centri inferiori a mille abitanti c’era la possibilità di poter presentare liste senza dover allegare alla documentazione un minimo di firme a supporto, creando così una palude di liste realizzate non solo per garantire un sindaco ai centri più piccoli ma soprattutto per dar vita a liste con all’interno appartenenti alle forze dell’ordine, che grazie a queste candidature riuscivano ad ottenere dei congedi durante la campagna elettorale.

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Le nuove norme in via di approvazione scongiureranno (o almeno renderanno più difficile) il procedimento istruttorio per la presentazione delle liste nei piccoli comuni. Le liste civetta saranno messe al bando grazie all’introduzione della raccolta delle firme anche nei Comuni sotto i mille abitanti. Queste modifiche, dopo il lavoro preliminare in Commissione, sono attese all’approvazione di entrambe le Camere. Nel dettaglio si è convenuto di definire per i Comuni con abitanti compresi tra mille e duemila che le firme richieste siano da un minimo di 25 ad un massimo di 50, nella fascia compresa tra i 751 e i mille abitanti il numero di firme sia tra 15 e 30, nella fascia compresa tra i 501 e i 750 abitanti il numero di firme sia compreso tra 10 e 20, nella fascia sino ai 500 abitanti sia tra 5 e 10.

Un nuovo elemento che dovrebbe dissuadere anche chi fa delle liste una professione come il caso “L’Altra Italia”, un partito politico caratterizzato dalla presentazione di liste su tutto il territorio nazionale ed in modo particolare nei piccoli comuni. Niente di strano se non fosse che le telecamere del programma satirico di Antonio Ricci misero in evidenza un modus operandi del partito particolarmente bizzarro. In molti dei comuni dove “l’altra Italia” si presentò vi erano candidati a loro insaputa che si erano trovati a far parte di tornate elettorali per piccoli comuni senza saperne niente. Proprio questa anomalia portò Striscia La Notizia a chiedere al Vice Ministro all’Interno dello scorso Governo Conte II, Vito Crimi (ndr. in foto) una rimodulazione delle procedure di presentazione. La nuova norma dovrà cercare un equilibrio tra il diritto di candidarsi e concorrere alle cariche di rappresentanza (garantito dalla Costituzione) e il truffaldino modus facendi di chi negli anni ha calcato la mano in tema di candidature, pur di gestire in maniera superficiale e strumentale il momento di massima espressione della democrazia.

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