La riqualificazione edilizia è diventata una priorità imprescindibile nel panorama urbano contemporaneo, specialmente quando si parla di edifici realizzati negli anni ‘70, un periodo caratterizzato da una rapida espansione urbana e da scelte costruttive che oggi necessitano di importanti interventi di ammodernamento. Gli immobili costruiti in quel decennio sono stati spesso realizzati con tecniche costruttive che oggi non sono più in linea con le normative moderne in termini di efficienza energetica, sicurezza, comfort abitativo e sostenibilità. La riqualificazione di questi edifici non solo rappresenta una sfida per gli operatori del settore, ma anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita nelle città, ridurre l’impatto ambientale e contribuire alla rigenerazione urbana.
Gli immobili degli anni ‘70: caratteristiche e criticità
Gli edifici degli anni ‘70, spesso realizzati durante il boom edilizio che ha caratterizzato quel periodo, presentano una serie di caratteristiche comuni, ma anche una serie di problematiche che li rendono oggetto di riqualificazione. Tra le principali peculiarità di questi edifici vi è l’utilizzo di materiali e tecniche costruttive che, seppur adeguati per l’epoca, non soddisfano più gli standard moderni.
Scarsa efficienza energetica: Gli immobili degli anni ‘70 sono notoriamente poco efficienti dal punto di vista energetico. La coibentazione termica degli edifici era quasi inesistente, e le finestre spesso non erano dotate di doppi vetri, con conseguenti sprechi energetici sia d’inverno che d’estate. La mancanza di un buon isolamento termico si traduce in un elevato consumo di energia per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, con un impatto diretto sulle bollette energetiche e sull’ambiente.
Obsolescenza degli impianti: Gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento degli edifici degli anni ‘70 sono, nella maggior parte dei casi, obsoleti e non rispondono più agli standard di sicurezza e efficienza odierni. L’evoluzione delle tecnologie e delle normative, infatti, ha reso obsoleti gli impianti che erano stati concepiti con tecnologie che oggi non sono più compatibili con le esigenze moderne.
Mancanza di accessibilità e comfort: Gli edifici di quegli anni non prevedevano particolari attenzioni alla qualità dell’ambiente abitativo e alla funzionalità degli spazi. Gli spazi comuni non erano concepiti in un’ottica di accessibilità per tutti, e l’assenza di sistemi di riscaldamento o raffrescamento efficaci rendeva gli appartamenti poco confortevoli, soprattutto nei mesi più estremi.
Degrado delle facciate e dei materiali: Con il passare degli anni, molte delle facciate degli edifici costruiti negli anni ‘70 hanno iniziato a mostrare segni di usura e deterioramento. Il calcestruzzo, spesso utilizzato in abbondanza, ha subito danni a causa degli agenti atmosferici e delle sollecitazioni, mentre le finiture esterne hanno perso la loro estetica originale.
Sostenibilità ambientale: La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica richiede interventi significativi sugli edifici più datati per ridurre le emissioni di CO2, migliorare l’efficienza dei consumi e rendere gli edifici più rispettosi dell’ambiente. Molti edifici degli anni ‘70, purtroppo, non sono progettati per soddisfare i moderni criteri di sostenibilità.
La riqualificazione edilizia: obiettivi e interventi
La riqualificazione edilizia degli edifici degli anni ‘70 è un intervento che coinvolge diversi aspetti tecnici, ma anche normativi e culturali. Gli obiettivi principali di questi interventi sono il miglioramento dell’efficienza energetica, l’adeguamento alle normative moderne di sicurezza e la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Gli interventi di riqualificazione possono essere suddivisi in diverse tipologie a seconda delle necessità dell’edificio.
• 1. Efficienza energetica e isolamento termico
Uno degli aspetti più rilevanti nella riqualificazione degli edifici degli anni ‘70 riguarda il miglioramento dell’efficienza energetica. Gli interventi più comuni sono l’isolamento termico delle pareti esterne, dei tetti e dei pavimenti, il rifacimento degli infissi con finestre a doppi vetri ad alte prestazioni e l’installazione di sistemi di riscaldamento e raffrescamento più efficienti. Gli impianti fotovoltaici e i sistemi di riscaldamento a basso impatto ambientale, come le pompe di calore, sono diventati sempre più comuni in queste operazioni di riqualificazione. La sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con quelli a energia rinnovabile, come le pompe di calore o i sistemi a pannelli solari, riduce il consumo di energia e i costi operativi, oltre a migliorare l’impatto ambientale dell’edificio.
• 2. Adeguamento impiantistico
Gli impianti elettrici e idraulici di un edificio degli anni ‘70, come accennato, sono generalmente obsoleti e devono essere adeguati alle moderne normative di sicurezza. La sostituzione dei vecchi impianti è fondamentale per garantire il rispetto delle normative, migliorare la sicurezza dell’edificio e favorire l’efficienza. I sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC), ad esempio, sono sempre più richiesti per migliorare la qualità dell’aria e l’efficienza energetica degli edifici.
• 3. Accessibilità e comfort
Le normative moderne, soprattutto in relazione all’accessibilità, richiedono interventi mirati per garantire l’accesso a tutti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche. La creazione di ascensori moderni, la ristrutturazione dei bagni e la modifica degli spazi comuni per garantire una maggiore vivibilità sono interventi fondamentali nella riqualificazione degli edifici degli anni ‘70. Inoltre, gli interventi per migliorare l’isolamento acustico e la gestione dei sistemi di climatizzazione contribuiscono a migliorare significativamente il comfort abitativo.
• 4. Rinnovamento delle facciate e dell’estetica
La riqualificazione non riguarda solo l’aspetto tecnico, ma anche quello estetico e funzionale. Il rinnovo delle facciate, la rimozione del degrado causato dal tempo e l’adozione di soluzioni moderne di design sono interventi che valorizzano esteticamente l’edificio, contribuendo al miglioramento del contesto urbano. L’uso di materiali più innovativi e sostenibili per il rifacimento delle facciate può anche contribuire al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.
Le sfide della riqualificazione
La riqualificazione degli edifici degli anni ‘70 non è priva di sfide. La difficoltà principale è rappresentata dai costi: gli interventi di ristrutturazione e ammodernamento richiedono investimenti significativi, anche se spesso giustificati dal risparmio energetico a lungo termine e dall’aumento del valore dell’immobile. Inoltre, la necessità di rispettare le normative urbanistiche e quelle legate alla sicurezza può rendere gli interventi complessi, richiedendo tempi di realizzazione più lunghi. Inoltre, la gestione del cambiamento nella mentalità dei proprietari e degli investitori è fondamentale. Molti edifici degli anni ‘70 sono di proprietà di condomini o piccoli investitori che potrebbero essere riluttanti a intraprendere una riqualificazione a causa dei costi iniziali o delle difficoltà legate all’approvazione delle opere in contesti condominiali.
La riqualificazione edilizia degli immobili degli anni ‘70 è una necessità e un’opportunità per migliorare la qualità dell’abitare nelle città, ridurre il consumo energetico e contribuire alla sostenibilità ambientale. Sebbene gli interventi possano sembrare onerosi, i benefici in termini di efficienza, comfort e valorizzazione immobiliare rendono la riqualificazione una scelta vantaggiosa. Affrontare queste sfide non solo migliora la qualità degli edifici, ma rappresenta anche un passo importante verso una gestione più responsabile e sostenibile delle risorse urbane.
A cura di Gargano Esco
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