Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una risposta concreta alle sfide della transizione energetica e della decarbonizzazione locale. Grazie agli incentivi europei e al supporto del PNRR, i comuni italiani hanno oggi l’opportunità di guidare questo cambiamento, trasformando il modo in cui produciamo e consumiamo energia
La lotta al cambiamento climatico richiede soluzioni innovative che siano non solo sostenibili, ma anche radicate nei territori. Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano uno dei modelli più promettenti in questa direzione, combinando produzione di energia pulita, economia circolare e coinvolgimento attivo delle comunità locali. In Europa e in Italia, queste iniziative stanno guadagnando terreno grazie a politiche mirate e incentivi che favoriscono la loro diffusione. Le CER non sono solo uno strumento per la decarbonizzazione locale, ma anche un motore per la crescita economica e sociale dei territori, soprattutto per i piccoli comuni e le aree rurali.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono associazioni di cittadini, enti pubblici e imprese che collaborano per produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili, come il solare, l’eolico o il biogas. Questo modello si basa sull’idea di autoproduzione energetica, dove i membri della comunità diventano prosumer, ossia contemporaneamente produttori e consumatori di energia.
Le CER si distinguono per un approccio decentralizzato alla gestione dell’energia, che riduce la dipendenza dai grandi operatori energetici e favorisce la creazione di reti locali resilienti. L’energia prodotta in eccesso può essere immagazzinata in sistemi di accumulo o condivisa con altri membri della comunità, massimizzando l’efficienza e riducendo gli sprechi.
L’Unione Europea riconosce le Comunità Energetiche come un elemento chiave per raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo, che mira a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Attraverso il pacchetto legislativo “Clean Energy for All Europeans”, l’UE ha introdotto norme che promuovono l’autonomia energetica locale e l’utilizzo delle energie rinnovabili. In particolare, la direttiva RED II (Renewable Energy Directive) ha stabilito il quadro normativo per le CER, garantendo ai cittadini il diritto di produrre, consumare e vendere energia rinnovabile. L’Italia ha recepito questa direttiva nel 2020, dando vita alle prime comunità energetiche sul territorio nazionale.
Tra le principali opportunità offerte dall’Europa per i comuni italiani si segnalano:
• Fondi strutturali europei: Attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE), l’UE finanzia progetti legati alla transizione energetica e alla decarbonizzazione locale.
• Next Generation EU: Il piano di ripresa economica post-pandemia dedica una quota significativa delle risorse alla sostenibilità ambientale, prevedendo incentivi specifici per lo sviluppo di CER e infrastrutture energetiche.
• Horizon Europe: Il programma europeo per la ricerca e l’innovazione finanzia progetti sperimentali per l’implementazione di nuove tecnologie nelle CER, come piattaforme digitali per la gestione energetica e sistemi avanzati di accumulo.
• Incentivi specifici per i comuni italiani: Attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia ha destinato risorse alla creazione di Comunità Energetiche nei piccoli comuni, con un focus sulle aree interne e le zone rurali.
• Opportunità per i Comuni Italiani
• I comuni italiani, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni, sono protagonisti naturali nello sviluppo delle CER. Questi enti rappresentano il livello amministrativo più vicino ai cittadini e possono giocare un ruolo strategico nell’organizzazione e nella promozione delle comunità energetiche.
Le opportunità per i comuni sono molteplici:
• Riduzione dei costi energetici: L’autoproduzione di energia rinnovabile consente ai comuni di abbattere le spese per l’illuminazione pubblica e per gli edifici comunali, liberando risorse per altri investimenti.
• Infrastrutture resilienti: Le CER offrono una maggiore autonomia energetica, riducendo la vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia e alle crisi geopolitiche.
• Sviluppo economico locale: La creazione di CER genera posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, stimolando l’economia locale e promuovendo l’innovazione.
• Coinvolgimento sociale: Le CER promuovono la partecipazione attiva dei cittadini, rafforzando il senso di comunità e l’identità territoriale.
Il Modello Circolare Applicato alle CER
• Un aspetto distintivo delle CER è la loro capacità di integrare i principi dell’economia circolare nel sistema energetico locale. L’economia circolare mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare il riutilizzo delle risorse, e questo approccio può essere applicato efficacemente alle comunità energetiche. Ad esempio:
Riutilizzo delle risorse: Le infrastrutture delle CER, come i pannelli fotovoltaici e le batterie, possono essere progettate con materiali riciclabili, garantendo una gestione sostenibile a fine vita.
Gestione dei surplus energetici: L’energia in eccesso prodotta dalle CER può essere utilizzata per alimentare altre attività locali, come la mobilità elettrica condivisa o la produzione agricola sostenibile.
Recupero del calore: Nei progetti più avanzati, le CER possono integrare sistemi di recupero del calore, trasformando gli scarti energetici in risorse utili per la comunità.
Le Sfide e le Soluzioni
Nonostante il grande potenziale, l’implementazione delle CER non è priva di sfide. Tra le principali difficoltà si segnalano:
Burocrazia complessa: La creazione di CER richiede procedure amministrative lunghe e articolate, che spesso scoraggiano i comuni più piccoli.
Finanziamenti iniziali: Gli investimenti richiesti per la realizzazione di impianti rinnovabili e sistemi di accumulo possono rappresentare un ostacolo, soprattutto per i comuni con bilanci limitati.
Mancanza di competenze tecniche: Molti comuni non dispongono delle competenze necessarie per gestire progetti complessi come le CER.
Tuttavia, esistono soluzioni per superare queste barriere:
Semplificazione normativa: Il governo italiano sta lavorando per ridurre la burocrazia e accelerare l’iter autorizzativo per la creazione di CER.
Incentivi finanziari: Gli incentivi europei e nazionali possono coprire gran parte dei costi iniziali, rendendo i progetti più accessibili per i comuni.
Formazione e supporto tecnico: Programmi di formazione e partnership con università e imprese possono fornire ai comuni le competenze necessarie per sviluppare CER efficaci.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una risposta concreta alle sfide della transizione energetica e della decarbonizzazione locale. Grazie agli incentivi europei e al supporto del PNRR, i comuni italiani hanno oggi l’opportunità di guidare questo cambiamento, trasformando il modo in cui produciamo e consumiamo energia.
Investire nelle CER non significa solo ridurre le emissioni di CO2, ma anche promuovere uno sviluppo economico sostenibile, creare posti di lavoro e rafforzare il tessuto sociale delle comunità locali. Per cogliere appieno queste opportunità, è fondamentale continuare a lavorare su politiche e strumenti che rendano le CER accessibili e sostenibili per tutti i territori. In questo modo, le CER non saranno solo un modello energetico, ma anche un esempio di innovazione sociale e ambientale.
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