Il 2024 rappresenta un anno cruciale per la mobilità sostenibile in Italia, con il settore automobilistico che si prepara ad affrontare una serie di sfide legate alla transizione ecologica. Le politiche europee stanno spingendo con forza verso la riduzione delle emissioni di CO2, con il Green Deal europeo che prevede il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.
L’Italia, che ha già avviato il processo di decarbonizzazione, si trova ora a dover rispondere alle sfide di una transizione che coinvolge non solo le case automobilistiche, ma anche i consumatori, le infrastrutture e le politiche pubbliche. In questo contesto, l’Italia sta lavorando per integrare nuovi modelli di mobilità sostenibile, rimanendo competitiva nel panorama europeo.
A metà settembre 2024, il mercato delle auto elettriche in Italia sta vivendo una crescita significativa, ma i numeri sono ancora lontani dall’obiettivo di una transizione rapida e capillare. Secondo i dati più recenti, le vendite di veicoli elettrici stanno aumentando, ma ancora solo una piccola percentuale della popolazione possiede auto elettriche o ibride plug-in.
Nonostante ciò, i segnali positivi ci sono, e il mercato italiano, sebbene ancora in fase di sviluppo, sta iniziando ad adottare una mentalità più green, motivata da incentivi governativi, normative europee favorevoli e un crescente impegno da parte delle case automobilistiche.
Tra le cause di questa lentezza ci sono, però, ancora diverse problematiche irrisolte, come il costo elevato delle auto elettriche, la scarsità di infrastrutture di ricarica e la necessità di un cambiamento culturale nei consumatori.
La mancanza di incentivi sufficienti per stimolare l’acquisto di veicoli a basse emissioni e la scarsa disponibilità di modelli elettrici accessibili ai consumatori più giovani e meno abbienti sono alcuni dei problemi più evidenti.
In particolare, il prezzo delle auto elettriche e ibride rimane superiore a quello dei modelli tradizionali a benzina o diesel, il che può rappresentare un ostacolo per molte famiglie italiane, che devono fare i conti con bilanci spesso già molto serrati.
Sebbene gli incentivi statali abbiano migliorato la situazione, l’aumento del costo delle materie prime, come il litio per le batterie, sta facendo lievitare ulteriormente i costi di produzione.
Uno degli aspetti più critici per accelerare la transizione riguarda proprio le infrastrutture di ricarica.
Nonostante gli investimenti in corsa, l’Italia deve ancora affrontare una distribuzione capillare e accessibile delle colonnine di ricarica, soprattutto nelle aree rurali e nelle piccole città.
Le grandi città, come Milano, Roma e Torino, stanno registrando un buon numero di stazioni di ricarica, ma la copertura nelle aree meno urbanizzate è ancora insufficiente.
L’elettrificazione della rete di ricarica è essenziale per stimolare la diffusione delle auto elettriche, ma ciò richiede investimenti significativi da parte sia del pubblico che del privato.
Solo con una rete di ricarica davvero capillare, che consenta di ricaricare in modo facile e rapido, sarà possibile superare la paura dell’autonomia (il cosiddetto “range anxiety”) e incoraggiare un numero maggiore di persone a compiere il passo verso la mobilità elettrica.
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