Il project financing rappresenta una delle modalità più promettenti per affrontare le sfide infrastrutturali in Italia, specialmente in un momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre una straordinaria opportunità di trasformazione economica e sociale.
Il project financing rappresenta una delle modalità più promettenti per affrontare le sfide infrastrutturali in Italia, specialmente in un momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre una straordinaria opportunità di trasformazione economica e sociale. Questo strumento, che si basa sulla collaborazione tra settore pubblico e privato, consente di mobilitare ingenti capitali privati per finanziare progetti strategici, riducendo la pressione sui bilanci pubblici e accelerando la realizzazione delle opere. Tuttavia, nonostante il contesto favorevole creato dal PNRR, il project financing in Italia continua a incontrare ostacoli normativi e burocratici che ne limitano il pieno potenziale rispetto ad altri paesi europei.
Il PNRR, con una dotazione complessiva di oltre 191,5 miliardi di euro, rappresenta un’occasione senza precedenti per colmare il gap infrastrutturale del Paese e promuovere la transizione ecologica e digitale. Tra le principali aree di intervento figurano i trasporti, le energie rinnovabili, le infrastrutture sanitarie e scolastiche, oltre alla rigenerazione urbana. In questo contesto, il project financing può svolgere un ruolo cruciale, soprattutto nelle fasi successive alla prima allocazione dei fondi europei, quando sarà necessario sostenere la gestione e l’implementazione delle opere. Il modello si presta particolarmente bene per progetti che generano flussi di cassa stabili nel tempo, come strade a pedaggio, impianti energetici rinnovabili o infrastrutture digitali.
Tuttavia, la piena integrazione del project financing nelle strategie del PNRR richiede il superamento di alcuni ostacoli strutturali che caratterizzano il contesto italiano. Uno dei principali problemi è rappresentato dalla complessità normativa e burocratica che spesso rallenta i processi di approvazione e realizzazione dei progetti. In Italia, i tempi medi per l’aggiudicazione di un contratto di partenariato pubblico-privato (PPP) superano di gran lunga quelli di altri paesi europei, a causa di procedure autorizzative frammentate, normative poco chiare e la frequente sovrapposizione di competenze tra diversi livelli di governo. Questi ritardi non solo scoraggiano gli investitori privati, ma mettono a rischio anche la capacità del Paese di rispettare le scadenze imposte dal PNRR, che richiedono il completamento delle opere entro il 2026.
Un ulteriore ostacolo riguarda la percezione del rischio associata agli investimenti in Italia. I partner privati spesso evidenziano incertezze legate alla stabilità regolatoria, ai potenziali cambiamenti normativi e alla capacità delle amministrazioni pubbliche di rispettare gli impegni contrattuali. Questo problema è amplificato dalla mancanza di standardizzazione nei contratti di project financing e dalla scarsa trasparenza nei processi decisionali, che possono portare a controversie legali e ulteriori ritardi.
Nonostante queste difficoltà, ci sono segnali positivi che indicano un potenziale miglioramento del contesto normativo e istituzionale. Negli ultimi anni, sono stati introdotti strumenti come il “Fondo Nazionale di Garanzia per i Progetti Strategici” e misure di semplificazione amministrativa per favorire l’adozione del project financing. Tuttavia, è necessario un ulteriore impegno per armonizzare le normative nazionali con quelle europee e per promuovere un approccio più coordinato tra le diverse autorità coinvolte.
Una riforma chiave potrebbe essere l’introduzione di un quadro normativo più chiaro e prevedibile, con linee guida standardizzate per i contratti di partenariato pubblico-privato. Questo approccio non solo ridurrebbe l’incertezza per gli investitori, ma faciliterebbe anche il lavoro delle amministrazioni pubbliche, che spesso si trovano impreparate a gestire la complessità tecnica e finanziaria dei progetti. Inoltre, sarebbe auspicabile rafforzare le capacità tecniche delle autorità locali attraverso programmi di formazione specifici e l’istituzione di centri di competenza a livello regionale o nazionale, in grado di fornire supporto operativo durante tutte le fasi del ciclo di vita del progetto.
Un’altra area di intervento riguarda il miglioramento dell’attrattività del mercato italiano per gli investitori internazionali. A tal fine, è fondamentale garantire maggiore stabilità normativa e promuovere strumenti finanziari innovativi, come i green bond e i social impact bond, che possono integrare il project financing tradizionale e attirare capitali interessati a progetti con un forte impatto ambientale e sociale.
Altri paesi europei offrono esempi utili per comprendere come superare queste sfide. Nel Regno Unito, ad esempio, il modello PFI (Private Finance Initiative) ha dimostrato come un quadro normativo chiaro e procedure semplificate possano accelerare la realizzazione delle opere e attrarre investitori privati. Anche in Francia, il partenariato pubblico-privato ha registrato successi significativi grazie a un approccio coordinato tra governo centrale e autorità locali, supportato da una solida rete di consulenza tecnica e finanziaria.
In conclusione, il project financing rappresenta una leva fondamentale per sfruttare appieno le opportunità offerte dal PNRR e per trasformare l’Italia in un paese più moderno e competitivo. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, è necessario affrontare con decisione le sfide normative e burocratiche che continuano a ostacolare la diffusione di questo modello. Attraverso riforme mirate, un rafforzamento delle competenze istituzionali e una maggiore apertura agli investitori privati, l’Italia può cogliere questa occasione unica per colmare il divario infrastrutturale, promuovere la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Solo con un approccio strategico e coordinato sarà possibile trasformare il project financing in un motore di sviluppo sostenibile per il futuro del Paese.
Sfoglia il magazine di Progetti & Finanza – giugno 2024