Combinare l’uso di pannelli solari all’agricoltura è possibile? L’agrivoltaico fa proprio questo: diminuire il consumo di suolo del fotovoltaico facendo incontrare la produzione di energia rinnovabile solare con le attività agricole.
L’agrivoltaico è una delle innovazioni più promettenti nel campo delle energie rinnovabili, capace di unire la produzione di energia solare con l’attività agricola, rappresentando una soluzione vantaggiosa per l’ambiente e per l’economia. Questa tecnologia sta attirando sempre più attenzione, soprattutto in Italia, dove l’agricoltura è un settore fondamentale e l’esigenza di transizione verso fonti energetiche sostenibili è ormai una priorità.
Ma cos’è esattamente l’agrivoltaico e come funziona? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa soluzione? E come può contribuire alla crescita economica del nostro Paese?
Il principio dell’agrivoltaico è relativamente semplice. Si tratta dell’integrazione di pannelli fotovoltaici sopra i terreni agricoli, in modo che l’energia solare venga raccolta dai pannelli mentre, contemporaneamente, il terreno continua ad essere utilizzato per coltivazioni agricole. In pratica, l’installazione di impianti fotovoltaici sopra le coltivazioni non impedisce la crescita delle piante, ma anzi, in alcuni casi, può migliorarne la resa.
I pannelli fotovoltaici, infatti, offrono ombra, proteggendo le coltivazioni da temperature eccessive e riducendo la necessità di irrigazione, il che può portare a un risparmio idrico, particolarmente importante in un Paese come l’Italia, che soffre periodicamente di siccità.
L’agrivoltaico rappresenta un modello che risponde a più di una necessità. Da un lato, contribuisce a produrre energia rinnovabile, un elemento cruciale per la transizione ecologica del Paese. Dall’altro lato, non compromette l’uso del suolo agricolo, che continua a essere destinato alla coltivazione. Questa tecnologia si inserisce perfettamente in un’ottica di economia circolare, dove si massimizzano le risorse disponibili, migliorando l’efficienza energetica senza sacrificare la produzione alimentare.
Il connubio tra agricoltura e fotovoltaico permette di conciliare due obiettivi fondamentali: aumentare la capacità di produzione energetica attraverso il solare e rafforzare la resilienza delle coltivazioni.
I vantaggi dell’agrivoltaico sono evidenti su più fronti. Per prima cosa, la produzione di energia solare, che in Italia è tra le più alte in Europa grazie alla sua posizione geografica privilegiata, può essere ulteriormente incentivata utilizzando terreni agricoli. Gli agricoltori che decidono di adottare questa tecnologia possono non solo ottenere un’entrata aggiuntiva dalla vendita dell’energia prodotta, ma anche beneficiare di vari incentivi fiscali e fondi pubblici, come il Superbonus 110% o i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che hanno lo scopo di sostenere la transizione energetica e di favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili.
Un altro vantaggio significativo riguarda la sostenibilità ambientale. L’agrivoltaico contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, uno degli obiettivi principali dell’Unione Europea e dell’Italia, impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, l’uso dei pannelli solari permette di ridurre la pressione sulle risorse naturali, come l’acqua, che sono fondamentali per l’agricoltura. Le piante che crescono sotto i pannelli solari possono beneficiare di un microclima più favorevole, con temperature inferiori e meno necessità di irrigazione, riducendo il rischio di stress idrico. Questo è particolarmente utile in regioni che, come la Sicilia, la Puglia o la Calabria, sono frequentemente soggette a lunghi periodi di siccità.
Anche sotto il profilo economico, l’agrivoltaico ha un grande potenziale. Non solo l’agricoltura beneficia della maggiore efficienza e della riduzione dei costi operativi grazie a una minore necessità di irrigazione, ma le aziende agricole che scelgono di integrare i pannelli solari possono diversificare le loro fonti di reddito. Con la vendita di energia solare, gli agricoltori possono avere entrate supplementari che li aiutano a contrastare i periodi di bassa produzione agricola o i prezzi di mercato instabili.
Inoltre, questo modello di business può incentivare gli investimenti in nuove tecnologie, stimolando la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e nell’industria agricola.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’agrivoltaico presenta anche alcune sfide. Una delle principali difficoltà riguarda i costi iniziali. Sebbene gli incentivi fiscali e i finanziamenti pubblici possano contribuire a ridurre il peso economico iniziale, l’installazione di impianti fotovoltaici richiede comunque un investimento consistente. Non tutte le aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, hanno accesso a capitali adeguati o la capacità di affrontare questi costi iniziali, nonostante la prospettiva di un ritorno economico nel lungo termine.
Inoltre, il dimensionamento degli impianti e la loro compatibilità con le specifiche esigenze delle coltivazioni devono essere attentamente valutati. Alcune colture potrebbero non trarre beneficio dall’ombra prodotta dai pannelli, quindi la progettazione degli impianti deve tenere conto delle caratteristiche specifiche del terreno e delle coltivazioni.
Un altro aspetto da considerare è la complessità burocratica. Le normative in materia di installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole non sono sempre chiare e uniformi, e le autorizzazioni necessarie per la costruzione degli impianti possono richiedere tempi lunghi e complesse procedure burocratiche. Le amministrazioni locali, infatti, devono bilanciare l’esigenza di incentivare l’uso delle energie rinnovabili con la protezione del paesaggio e la tutela delle risorse agricole. Ciò può rallentare l’adozione dell’agrivoltaico, creando incertezze per gli investitori e gli agricoltori.
Infine, un altro limite dell’agrivoltaico riguarda la disponibilità di terreno. Sebbene l’Italia possieda un ampio patrimonio agricolo, non tutte le terre sono adatte per la combinazione tra agricoltura e fotovoltaico. Terreni troppo ripidi o con bassa esposizione al sole potrebbero non essere idonei per questo tipo di impianto. Inoltre, il potenziale di produzione di energia dipende dalla densità dei pannelli fotovoltaici e dalla loro disposizione, il che implica la necessità di un’attenta progettazione per massimizzare sia la resa agricola che quella energetica.
In conclusione, l’agrivoltaico rappresenta una delle soluzioni più promettenti per il futuro dell’agricoltura e dell’energia in Italia. Le opportunità che offre in termini di sostenibilità ambientale, sviluppo economico e innovazione tecnologica sono significative, ma le sfide che il settore deve affrontare non sono trascurabili. Con il giusto supporto pubblico e privato, e una maggiore semplificazione delle procedure burocratiche, l’agrivoltaico potrebbe diventare un pilastro fondamentale nella strategia di transizione energetica del Paese, portando vantaggi sia agli agricoltori che alla collettività nel suo complesso.
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