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In un contesto globale sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica, le transizioni verdi e digitali rappresentano un’opportunità unica per rilanciare l’economia italiana e garantire una crescita duratura. Questi due pilastri strategici, interconnessi e complementari, stanno trasformando radicalmente il tessuto produttivo del Paese, grazie al sostegno offerto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e da altre fonti di finanziamento europee e nazionali.

La transizione verde si inserisce nella più ampia cornice del Green Deal europeo, che punta alla neutralità climatica entro il 2050. In Italia, questo obiettivo si traduce in iniziative per decarbonizzare il sistema energetico, ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’economia circolare.

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Grazie ai 68,6 miliardi di euro destinati alla Missione 2 del PNRR (“Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”), il nostro Paese sta accelerando su diversi fronti:

  • Energie rinnovabili: incentivi per fotovoltaico, eolico e biomasse, con l’obiettivo di portare la quota di energia da fonti rinnovabili al 72% entro il 2030.
  • Efficienza energetica: interventi su edifici pubblici e privati, con il Superbonus e il sostegno a iniziative di riqualificazione green.
  • Economia circolare: progetti per ridurre i rifiuti e promuovere il riciclo nei settori manifatturieri, tra cui tessile e plastica.

Secondo recenti studi, ogni miliardo investito in energie rinnovabili genera circa 15.000 nuovi posti di lavoro. La transizione verde, quindi, non solo contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici, ma è anche un potente motore di occupazione e innovazione.

Parallelamente, la transizione digitale si configura come il secondo pilastro per lo sviluppo del Paese. Con 40,7 miliardi di euro stanziati dal PNRR per la Missione 1 (“Digitalizzazione, Innovazione, Competità, Cultura”), l’Italia punta a colmare il digital divide e a rendere le imprese e le pubbliche amministrazioni più efficienti e competitive.

Tra le principali aree di intervento:

  • Connettività e infrastrutture: diffusione della banda ultra-larga e del 5G per garantire accesso universale ai servizi digitali.
  • Digitalizzazione della PA: modernizzazione dei servizi pubblici, dal cloud alla digital identity (SPID e CIE).
  • Competenze digitali: programmi di formazione per lavoratori e studenti per colmare il gap tecnologico della forza lavoro italiana.

Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index) 2023, l’Italia ha registrato progressi significativi nella digitalizzazione, ma rimane indietro rispetto alla media UE in termini di competenze digitali avanzate e integrazione delle tecnologie nelle PMI. Affrontare queste sfide è cruciale per sfruttare appieno il potenziale economico della trasformazione digitale.

Le transizioni verde e digitale non sono percorsi paralleli ma convergenti. La digitalizzazione è infatti un fattore abilitante per la sostenibilità, come dimostrano le smart grid, l’agricoltura di precisione e i sistemi di monitoraggio ambientale basati sull’IoT. Allo stesso tempo, l’adozione di tecnologie green-friendly, come i data center a basso consumo energetico e l’IA per l’ottimizzazione dei processi, è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale della rivoluzione digitale.

Il ruolo del PNRR e delle altre fonti di finanziamento

Il PNRR è senza dubbio il fulcro degli investimenti per le transizioni, ma non è l’unica fonte. Altri strumenti finanziari, come i fondi strutturali europei (FESR e FSE+), i programmi Horizon Europe e InvestEU, e il Fondo Complementare Nazionale, offrono ulteriori risorse per il pubblico e il privato. In questo contesto, la collaborazione tra istituzioni, imprese e mondo accademico è cruciale per massimizzare l’impatto degli investimenti.

Pio Lagrascia, dell’Osservatorio Nazionale per le Politiche Energetiche e lo Sviluppo Sostenibile (ONPESS), sottolinea l’importanza di una strategia integrata:

“Le transizioni verde e digitale non sono solo sfide, ma opportunità storiche per riposizionare l’Italia come leader in Europa. Dobbiamo sfruttare appieno le risorse del PNRR, ma anche creare condizioni favorevoli per gli investimenti privati. È necessario puntare su tecnologie innovative, come l’idrogeno verde e l’intelligenza artificiale, e formare una nuova generazione di professionisti in grado di guidare questa trasformazione. Solo così potremo garantire crescita economica, sostenibilità e benessere per le future generazioni.”

Lagrascia evidenzia inoltre l’importanza della governance:

“Occorre maggiore coordinamento tra i diversi livelli istituzionali e una semplificazione delle procedure per accedere ai fondi. I ritardi burocratici rischiano di rallentare un processo che deve invece essere rapido e incisivo.”

Le transizioni verde e digitale rappresentano una svolta epocale per l’economia italiana. Con un mix di investimenti pubblici e privati, un forte impegno istituzionale e una visione a lungo termine, il nostro Paese può non solo superare le attuali sfide economiche, ma diventare un modello di sviluppo sostenibile e innovativo in Europa e nel mondo.

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