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“In analogia con quanto previsto per il piano 4.0, che autorizzava gli ingegneri e i periti al rilascio delle perizie asseverate sugli investimenti in beni tecnologicamente avanzati, con il decreto attuativo del piano transizione 5.0 abbiamo deciso di includere gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’albo e i periti industriali iscritti nelle sezioni meccanica ed efficienza energetica e impiantistica elettrica e automazione, tra i soggetti abilitati al rilascio delle abilitazioni obbligatorie previste dalla disciplina”.

Ad affermarlo il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un messaggio letto dal deputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Finanze della Camera Andrea De Bertoldi, nel corso della conferenza stampa dal titolo ‘Transizione 5.0: il ruolo delle professioni nel nuovo piano’ che si è svolta questa mattina a Montecitorio. “Una modifica che metterà le imprese in condizione di rivolgersi a una classe di professionisti competente che lavorano con dedizione e impegno nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica applicata ai processi industriali – ha aggiunto Urso – . Questa è una chiara indicazione di come la collaborazione tra il Governo e le associazioni professionali possa portare a risultati concreti e benefici per l’intera nazione. Desidero quindi congratularmi con voi per questo successo e rinnovare il mio impegno a supportare l’evoluzione continua del settore industriale italiano in linea con gli obiettivi del piano transizione 5.0”.

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“Con l’ormai imminente pubblicazione del decreto attuativo, sarà quindi pienamente operativo il piano di Transizione 5.0 – ha proseguito ancora Urso – , attraverso il quale metteremo a disposizione delle imprese quasi 13 miliardi per sostenerle negli investimenti in digitalizzazione, sostenibilità ambientale e riqualificazione delle competenze”.

Nel corso della conferenza, il deputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Finanze della Camera Andrea De Bertoldi si è detto “molto soddisfatto per il risultato ottenuto. Il mio obiettivo è tutelare le libere professioni, perché sono anch’io un libero professionista e perché credo che il nostro lavoro sia nell’interesse del Paese intero. L’Italia ha un plusvalore rispetto a tanti altri Paesi europei e mondiali, che è quello di avere le professioni liberali. Noi siamo ancorati alle professioni liberali: i notai, gli ingegneri, i periti, i geometri, architetti, commercialisti; una colonna portante del nostro sistema. Negli anni passati la politica se n’è dimenticata. Noi ci siamo improvvisamente trovati una realtà, la transizione 5.0, nella quale incomprensibilmente ingegneri e periti erano esclusi a favore di soggetti non regolamentati, non ordinistici. La strada era pericolosissima: se il sistema Stato riconosce libere associazioni e non permette agli ordinistici di svolgere i compiti preposti, la strada sarebbe aperta.

Grazie alla sensibilità del governo e del ministro Urso siamo riusciti a ottenere il risultato. Una bella partita che ha visto fianco a fianco consigli nazionali e politica. E alla fine il risultato ci premia. Anche le casse di previdenza dovranno gioirne: ovviamente più c’è lavoro e più si pagano contributi”.

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