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L’Agenzia delle entrate, al 31 luglio scorso, ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio delle partite iva. Questo in applicazione della nuova normativa stabilita dall’ultimo Bilancio (articolo 1, commi da 148 a 150, legge 197/2022 – vedi articolo “Legge di bilancio 3: giro di vite contro le partite Iva “apri e chiudi””), diretta a contrastare e prevenire il fenomeno evasivo delle “partite Iva apri e chiudi”.

Partite Iva, dove sono quelle “Apri e chiudi”

Di queste, 359 sono state intercettate e chiuse in Lombardia (29%), 254 nel Lazio (21%) e 166 in Campania (14%). A seguire Toscana e Veneto con 105 chiusure. In tutte le restanti regioni i provvedimenti hanno interessato complessivamente 232 soggetti. I criteri di rischio per l’individuazione delle partite Iva da sottoporre a controllo e i presupposti per la chiusura d’ufficio sono stati individuati in un provvedimento delle Entrate firmato dal direttore, Ernesto Maria Ruffini, il 16 maggio 2023.

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Le anomalie e la modalità di verifica

In seguito alle analisi svolte dalle strutture antifrode dell’Agenzia sulla base delle nuove norme e con l’ausilio di un nuovo e specifico applicativo informatico, inoltre, è stata elaborata un’ulteriore lista selettiva di oltre 500 partite Iva aperte fra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022. Questo sono caratterizzate da anomalie sotto il profilo soggettivo e da consistenti operazioni economiche, pari a oltre 2 miliardi di euro, sulle quali sono in corso approfondimenti.

Le nuove norme

Per completezza ricordiamo che la legge di bilancio per il 2023 ha introdotto due commi al decreto Iva (Dpr n. 633/1972) che prevedono nuove misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle partite Iva. In particolare, il comma 15-bis.1 prevede la cessazione d’ufficio della “partita” per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione. Lo stesso è previsto per inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (“partite Iva apri e chiudi”).


Il comma 15-bis.2 stabilisce che il destinatario di un provvedimento di cessazione della partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova “partita” solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di 50mila euro (o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore).

FONTE: FISCO OGGI

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