Il Reddito di Cittadinanza sarà abolito dal primo gennaio 2024. Ad annunciarlo è stato il Governo targato Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa che ha reso noti i dettagli della manovra economica. L’esecutivo ha deciso di archiviare una misura molto discussa che era stata introdotta con la finalità di reinserire nel lavoro tanti inoccupati e sostenere le persone con difficoltà economica.
Reddito di cittadinanza abolito, le motivazioni
Già in campagna elettorale l’attuale compagine di Governo aveva annunciato interventi sul Reddito di Cittadinanza che ora verrà abolito. La critica mossa dall’attuale maggioranza riguardava il disincentivo al lavoro e la difficoltà della macchina amministrativa di riuscire ad inserire nel mondo del lavoro i percettori. L’intervento – cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle – prevedeva un assegno mensile, fino alla chiamata all’impiego. Tanti, nel corso degli anni, sono stati i casi di percettori che non ne avevano diritto e che godevano di tutti gli agi.
RDC, le posizioni all’interno dell’esecutivo
Dal 1 gennaio 2024, quindi, il Reddito di cittadinanza sarà abolito. Già dal 2023, però, sarà impossibile fare una nuova domanda. A questa soluzione si è pervenuti dopo in fitto dialogo in maggioranza. Infatti, Lega e Forza Italia avrebbero voluto una soluzione più soft rispetto a quella prospettata da Fratelli d’Italia. Mentre adesso si perverrà alla definitiva abolizione. Giorgia Meloni, in conferenza stampa, ha parlato di un “cambiamento a 360°”.
Cosa ci attende nel futuro
Il Governo ha parlato di interventi mirati a favorire il ceto medio e sostenere le politiche del lavoro. Nel frattempo, il Reddito di Cittadinanza andrà definitivamente nel dimenticatoio. Sono previsti 8 mesi per gli attuali percettori per accettare una proposta di lavoro oppure, in caso di diniego, di perdere definitivamente l’assegno. Tutti lo perderanno alla scadenza individuata dal Governo. Questo permetterà di risparmiare 734 milioni di euro che il nuovo esecutivo vorrà investire in altre misure.
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