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Pnrr nei territori, il punto sull’attuazione. «Siamo obbligati a fare i conti con la situazione difficile causata dall’invasione dell’Ucraina, dalla crisi energetica e dalle tensioni dovute alla crescente inflazione – dice Antonio Decaro, presidente dell’Anci – questi fattori probabilmente renderanno necessarie delle correzioni alla rotta fin qui seguita, con conseguenze che si riverseranno anche nelle prossime fasi di attuazione dei progetti che stiamo portando avanti». Eppure nonostante tutti gli ovvi cambiamenti, data la politica internazionale e i conseguenti problemi economici, non vi sono ancora informazioni in merito ai progetti che verranno concretamente finanziati dal PNRR nei territori e infatti, benché vi siano le pubblicazioni sul portale ItaliaDomani, manca ancora l’aggiornamento dei dati e continua ad essere attuale un dataset aggiornato al 31 dicembre 2021 che riporta solamente informazioni parziali escludendone alcune di particolare rilevanza come lo stato di avanzamento delle scadenze e la ripartizione territoriale delle risorse stanziate.

Pnrr nei territori, il ruolo chiave dell’ANCI

L’unico documento in cui sono presenti tutti gli investimenti che vedono soggetti attuatori i comuni e/o le città metropolitane e il loro stato di avanzamento, resta la relazione dell’Anci; segnale questo che evidenzia, ancora una volta, come a livello istituzionale non ci sia una sistematizzazione di questa pratica, o almeno non in modo pubblico, accessibile ed esteso a tutto il piano, come invece dovrebbe essere.

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Ma cerchiamo di effettuare un’analisi circa i territori; da sottolineare però è che questa non potrà essere precisa in quanto, come ampiamente detto prima, i dati sulle risorse territorializzate restituiscono un quadro assolutamente parziale dell’impatto del PNRR sui territori. Con i dati in nostro possesso possiamo stimare che sono 56,6 i miliardi di euro territorializzati dal PNRR al 23 febbraio 2022 e di questi il 45% è destinato al sud, il 33% al nord e il 17% al centro con un 5% di scarto che verrà distribuito nella stessa misura a tutte le regioni.

I dati che giungono dalle Regioni italiane

Tra le regioni troviamo in cima alla classifica la Sicilia con 5,9 miliardi, seguita da Lombardia (5,5 miliardi) e Campania (5,2 miliardi); con la Puglia che resta ferma a 4,7 miliardi, non una cifra bassa se consideriamo gli 0,3 miliardi di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Sempre al 23 febbraio 2022, è il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) ad aver ripartito l’ammontare maggiore sul territorio (15,7 miliardi), segue il Ministero dell’Interno con 12,1 miliardi territorializzati e il Ministero dell’Istruzione con 8,9.

Da sottolineare invece sono gli ultimi posti: il Ministero della Cultura (1,2 miliardi), Ministro per il Sud e Coesione Territoriale (0,4 miliardi) e Ministro per la Pubblica Amministrazione (0,3 miliardi). Di queste ultime posizioni a sorprendere è il Ministero della Cultura che, visto anche il problema dell’accesso alla cultura e ai musei per i minori con conseguente scelta inevitabile di avvicinamento alla generazione Alpha (di cui rimando a pagina X), dovrebbe investire maggiormente sul territorio data la rarità del Bel Paese nel poter disporre di un bene culturale inestimabile per ogni metro quadro.


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A cura di Pio Savelli

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