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La pandemia ha avuto un forte impatto nella gestione e nel rinnovamento della cultura e dei musei, soprattutto verso i più giovani. I musei del Bel Paese erano ancorati ad antiche concezioni di fruizione della cultura tramite percorsi di visita tradizionali. Ma questo ovviamente è stato impossibile negli ultimi anni e pertanto si è dato spazio a piccoli interventi di modernizzazione che hanno reso disponibili alcuni musei in realtà digitale con tour virtuali, contenuti multimediali, laboratori, attività didattiche e altro ancora.

Un incremento significativo del traffico sui siti

Tutto questo enorme sforzo è fruttato un incremento significativo di interesse verso siti web e account ufficiali dei musei sui social ma la quota di visitatori in seguito all’emergenza resta ancora ridotta e soprattutto l’incremento d’interesse digitale è da considerarsi solo per fasce d’età elevate: i minori non nutrono ancora interesse, nonostante gli sforzi di una digitalizzazione e il conseguente avvicinamento al mondo digitale proprio della generazione Alpha che pare viverlo più del mondo reale.

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L’importanza di promuovere la cultura e i musei tra i giovani

Nel ritorno progressivo alla normalità è fondamentale promuovere l’accesso dei giovani e giovanissimi ai luoghi di cultura, come i musei, perché si tratta di presidi la cui importanza va ben oltre la sola conservazione ed esposizione di opere d’arte, beni culturali e altri materiali. E ancora oggi, in media, meno di una struttura su 5 dispone di percorsi e supporti informativi dedicati ai bambini e di queste oltre la metà ha un laboratorio didattico in cui sviluppare attività specifiche per giovani e scolaresche, ma si tratta di una media nazionale che oscilla tra il 73% del Trentino Alto Adige e il 35% della Sicilia. L’estensione di servizi e modelli di accoglienza rivolti ai più piccoli rappresenta una sfida cruciale per il sistema museale italiano. Una sfida che si inserisce a pieno titolo negli strumenti per il contrasto della povertà educativa. In merito il PNRR ha dedicato investimenti importanti alla cultura con centrati nei tre punti inseriti nel piano.

La strategia digitale per il patrimonio culturale

Il primo è l’investimento da 500 milioni di euro tra il 2021 e il 2026 riguardante la strategia digitale e le piattaforme per il patrimonio culturale. Tale intervento, infatti, mira a «digitalizzare il patrimonio custodito nei luoghi della cultura e creare una infrastruttura digitale nazionale che raccoglierà, integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate». Un secondo intervento, per 300 milioni complessivi, punta alla rimozione delle barriere senso-percettive architettoniche e cognitive in varie istituzioni culturali, come musei, biblioteche e archivi. Con l’obiettivo di far sì che l’accesso alla cultura non sia precluso alle persone con disabilità. Terzo intervento di rilievo è l’investimento da 300 milioni per migliorare l’efficienza energetica di una serie di strutture culturali, tra cui cinema, teatri e musei. Un terzo dello stanziamento (100 milioni) è specificamente destinato a musei e siti culturali statali (per un totale di 67 strutture).

E’ necessario un cambio generazionale

Certamente, per il coinvolgimento di una generazione ancora incompresa dalle Istituzioni, lascia ben sperare l’inserimento dei beni culturali nel mondo digitale. Ma questo, come si evince dai dati, non è ancora sufficiente per cogliere l’attenzione di chi comunica in altro modo. Dunque sarebbe necessario un totale ricambio generazionale e una drastica rivoluzione dei mezzi e del modo del loro utilizzo. Questo per rendere partecipe una generazione che si vede sempre più esclusa dal mondo che invece di donarle un giusto contesto preferisce abbandonarla nel mondo digitale. La vittoria delle Istituzioni si avrà quando la nuova generazione vedendo i siti o le pagine social dei luoghi di cultura non penserà immediatamente di aver a che fare con boomer. Ma anzi sarà interessata e invogliata da quanto legge perché in questo rispecchierà la propria mentalità e soprattutto il proprio modo di comunicare.

A cura di Pio Savelli

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