Mind (Milano innovation district) è la città del futuro dove tutto sarà alimentato in maniera sostenibile, la nuova frontiera della green energy in Italia con nuove tecnologie e mobilità solo con auto elettriche. Non vi sembri un racconto futurista poiché i tempi di realizzazione sono assolutamente brevi: dieci anni.
In Italia una nuova città improntata alla green energy
Già si lavora sul nuovo quartiere “West Gate” fatto di uffici, case, negozi, hotel, spazi pubblici che farà da apripista alla nuova città che sorgerà nel luogo dove si è tenuto l’Expo 2015. In Svezia c’è il villaggio di Simris che già dal 2017 è, quasi, autosufficiente sfruttando l’eolico e il solare e vendendo l’elettricità pulita in eccesso alla rete nazionale. A qualcuno dovrebbero fischiare le orecchie. In Germania, a Berlino, stanno facendo altrettanto e hanno già rigenerato l’aeroporto Tegel come quartiere da 10mila abitazioni e che punta ad essere energeticamente autosufficiente.
Gli esempi in giro per il mondo
Sono tanti gli esempi che si potrebbero fare e tutti significativi in questo momento di crisi energetica generale. Introduzione necessaria per facilitare le riflessioni che scaturiranno dalle comparazioni con quanto segue. La sofferenza per le difficoltà d’importazione di gas, a breve anche il petrolio, per i motivi che tutti conosciamo ci riportano alla mente che le fonti di energia rinnovabili (sole e vento) sono gratuite e che, purtroppo gli impianti di produzione sono quasi tutti bloccati. L’Osservatorio Regions 2030, curato dalla società di relazioni istituzionali Public Affairs Advisors e dalla società di consulenza energetica Elements, punta il dito in direzione delle regioni, le vere responsabili di questo “impasse”.
Il Rapporto di Public Affairs Advisor e Elements
Il Rapporto elaborato dalla Public Affairs Advisors e Elements “Le Regioni e il Permitting” elaborato per consentire di evidenziare i punti di forza e le criticità dei piani di sviluppo presentati dalle regioni per incrementare lo sviluppo delle rinnovabili sul territorio, evidenzia come le uniche che riescono ad ottenere qualche approvazione sono la Sicilia, il Lazio e l’Emilia-Romagna. Abbiamo bisogno di produrre energia ma gli impianti di energie rinnovabili sono autorizzati con lentezza esasperante. In base allo studio “Regions2030”, per quanto riguarda l’eolico, emerge che negli ultimi quattro anni le autorizzazioni sono in numero irrisorio: presentate domande per 24.042 MW, 1.252 MW non hanno ricevuto l’autorizzazione, 609 MW hanno avuto solo la Valutazione di impatto ambientale, 583 MW sono stati autorizzati e 1.370 MW sono ancora in attesa del giudizio di compatibilità ambientale.
Il punto sul fotovoltaico in Italia: verso la green energy
Non se la passa meglio il fotovoltaico, che resta la fonte più utilizzata dagli operatori delle rinnovabili in Italia, sono state presentate domande per 36.806 MW delle quali ne sono state respinte per 1.508 MW, hanno ricevuto l’ok solo per l’impatto ambientale 2.602 MW, restano in attesa di risposta 29.130 MW e 3.566 MW sono stati autorizzati definitivamente. Nel 2021, anno in cui è stato registrato il numero più alto di autorizzazioni, a fronte di una richiesta di autorizzazioni di 15,7 GW ne sono stati autorizzati 2,4 GW.
Le regioni più virtuose sono state Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria e Sicilia. Una nota di merito va alla Sicilia con un numero di autorizzazioni in linea con le aspettative, al contrario la Puglia dove le autorizzazioni sono praticamente a zero. Non basta a giustificare le “performances” delle due regioni il fatto che il numero di richieste che ricevono è decisamente superiore a quello delle altre.
Il caso della Puglia “veloce e disordinata”
Nel rapporto presentato dalle due società di controllo si fa notare come la Puglia stia pagando ancora lo sviluppo “veloce e disordinato” verificatosi intorno al 2010 quando la maggior parte delle autorizzazioni riguardavano gli impianti sotto 1 MW poiché, questi, godevano di un percorso autorizzativo semplificato. Oggi gli assessori regionali, quasi tutti, lamentano carenza di personale e, quindi, mancanza di risorse umane sufficienti per seguire tutte le procedure. Intanto i piani di sviluppo che raggiungono il target di congruità tra obiettivo e potenzialità del territorio sono poche le regioni che l’hanno presentato. La Puglia raggiunge, si, il suo target fotovoltaico ma con numeri inadeguati (2,002 MW) rispetto alle potenzialità del territorio. Anche per quanto riguarda il piano energetico al 2030, solo alcune regioni hanno già provveduto all’approvazione, mentre altre, tra cui la Puglia, ci stanno ancora pensando. Il futuro corre, non aspetta.
A cura di Antonio Caivano
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