Nuovi scenari di guerra, l’intervista a Giorgio Mulè. “Sì la guerra è tornata”. Così Giorgio Mulè, giornalista e sottosegretario alla Difesa, in un giorno ennesimo di guerra in Ucraina. La nostra intervista non è proprio lontana dai tank russi che hanno invaso il territorio ucraino e sparano da giorni in quella terra martoriata, le vittime e i soprusi dell’esercito di Putin non si contano più – c’è chi chiede già una nuova ‘Norimberga’ per l’ex capo KGB accusato di genocidio – e l’Europa e i Paesi occidentali hanno alzato un muro di sanzioni contro il gigante russo. In tanti sognano la pace o quantomeno l’armistizio, ma il fuoco delle armi e dell’odio continua a divampare e brucia ogni speranza. “E’ fuori dubbio che la guerra sia tornata – continua Mulè – lo dicono con crudezza tutte le ‘cartoline’ che vengono dall’Ucraina, lo raccontano le immagini cruente, le cronache, le testimonianze che ognuno riceve in questi terribili giorni dai media.
Quale futuro per il dopo guerra? La risposta di Giorgio Mulé
“Questo conflitto sicuramente ridisegna il futuro del mondo e il ruolo della Russia – continua Mulé – e ne vedremo gli effetti anche su Africa e Asia – su quest’ultimo versante, basti considerare la presenza della brigata Wagner, (un’organizzazione paramilitare russa composta da mercenari, ndr.) il cui compito principale è sostenere la politica russa all’estero ed espandere la sua influenza in tutto il mondo”.
Intanto, tanti nostri concittadini sono preda di paure su quanto sta accadendo…
“Bisogna certamente avere grande rispetto per questi timori. Bisogna, però, anche dire a questi concittadini che l’Italia non è coinvolta direttamente nel conflitto, non lo sarà, non manderà truppe. A queste legittime preoccupazioni – aggiunge il sottosegretario alla Difesa – rispondiamo con il nostro impegno trasparente: gli Italiani non hanno niente da temere!”.
Gli Stati europei, a cominciare dalla Germania, hanno tutti annunciato la decisione di aumentare la spesa per la Difesa. E’ iniziata una corsa al riarmo?
“La prospettiva non è una corsa ad armarsi – spiega il parlamentare azzurro – piuttosto la nostra necessità è di avere finalmente una proiezione internazionale. Bisogna guadagnare una credibilità anche per quanto riguarda il ruolo nello scacchiere europeo e mondiale. Le spese militari – aggiunge Mulé – non sono fini a sé stesse ma riguardano sistemi e infrastrutture di comunicazione, idonee alla geolocalizzazione, che hanno effetti sul versante civile, per esempio sugli elicotteri superveloci che sono utilizzati per la protezione civile… Insomma, corrispondono ad un effetto di difesa come deterrenza, come proiezione di tipo industriale. Certo, sono programmi a medio-lungo termine con una spesa consistente ma idonea a proteggere il sistema Italia”.
Onorevole, stiamo implicitamente parlando di possibili guerre cibernetiche da affrontare: molti ne paventano la possibilità che ciò possa venire proprio dalla Russia…
“Anche la guerra cibernetica è una battaglia di sicurezza che affrontiamo quotidianamente – assicura il sottosegretario Mulé – e consiste, purtroppo, in circa 150mila attacchi al giorno. La cyber security è un problema enorme che riguarda il nostro Paese e la difesa dei nostri obiettivi civili. Bisogna lavorare da subito a questo scopo. Ripetiamolo: simili attacchi possono bloccare l’attività di ospedali, acquedotti, uffici, gangli vitali dell’amministrazione e della vita del nostro Paese: non ci sono altre parole, è urgente dotarsi assolutamente di infrastrutture di difesa”.
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A cura di Luigi Paolo Inglese