L’Europa è alla ricerca di nuove forniture di gas. Infatti la crisi Ucraina e le tensioni con la Russia hanno dimostrato quanto sia importante la questione energetica. Gli squilibri derivanti dalla politica internazionale hanno ridotto le fonti di approvvigionamento del gas e questo ha comportato l’aumento spropositati dei costi dell’energia. Ecco perché è stato necessario vagliare strade alternative per garantire al vecchio continente le forniture che non possono essere reperite internamente.
L’accordo con l’Azerbaijan per le forniture di gas
Nelle ultime ore i paesi europei hanno sottoscritto un accordo con l’Azerbaijan. I paesi membri accolgono con favore l’aumento delle forniture di gas dirette all’Unione europea, a tal punto da elevare il paese azero a “fornitore di energia affidabile per l’Europa”. La missione verso questo nuovo accordo è stata guidata dalla commissaria Ue per l’Energia Kadri Simson che, lo scorso 4 febbraio, è stata a Baku per la riunione del Consiglio consultivo del corridoio del gas meridionale.
Sicurezza e corridoi energetici: il tweet di Stoltenberg
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un post su Twitter, ha ringraziato il presidente dello stato caucasico per il potenziamento delle forniture di gas. “Ottima telefonata con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev”, è stato il commento di Stoltenberg. “Ho ringraziato l’Azerbaijan per avere aumentato le forniture di gas e per essere un fornitore di energia affidabile per l’Europa”. Stoltenberg ha anche affermato che nel colloquio con Aliyev è stato “affrontato il tema della sicurezza regionale e il potenziamento militare della Russia in Ucraina e nei suoi dintorni, comprese le implicazioni sui mercati energetici”.
Le fonti europee per la fornitura di gas
Nonostante questo accordo il tema della fornitura di gas per l’Europa rimane. Infatti le riserve di gas naturale in Europa sono ai loro minimi storici dal 201. Rispetto a un anno fa, i paesi europei dispongono del 25 per cento di gas in meno. La scarsità è stata determinata in primo luogo da una stagione fredda più lunga del solito nella prima metà del 2021, che ha reso necessario il consumo di più gas per i riscaldamenti e per la produzione di energia elettrica. I gestori hanno dovuto attingere dalle riserve, senza poter ottenere maggiori forniture. La Norvegia è il principale fornitore di gas dell’Unione Europea, dopo la Russia. Ma la Russia negli ultimi mesi ha inoltre ridotto i flussi attraverso i propri gasdotti che passano in Bielorussia, Polonia e Ucraina. Da qui la necessità di percorrere nuove strade.