Il Superbonus è un grande incentivo per la ripresa del settore edilizio. A dirlo è il rapporto del servizio studi Camera – Cresme che sottolinea un balzo in avanti dell’82% rispetto al 2020. La misura di sgravio dei lavori per riqualificazione è valsa la ripresa di un settore che prima di questo cambio epocale stava subendo una lunghissima congiuntura negativa. Eppure oggi il Superbonus è in discussione e la sua proroga oltre il 2023 è tema su cui la politica si divide e discute.
Il superbonus per la ripresa del settore edilizio
Secondo quanto riporta il rapporto del servizio studi Camera – Cresme le ristrutturazioni con il Superbonus avrebbero portato a lavori per 51,2 miliardi, più 82% rispetto al 2020; con un aumento dell’80% dei posti di lavoro, che toccano il mezzo milione. Solo con il Superbonus si sono registrati 11,6 miliardi di interventi effettuati. Con il Superbonus è stata risparmiata energia per una quota pari a 0,2 Mtep/anno: si tratta del risparmio energetico in tonnellate di petrolio equivalente. Queste cifre hanno avvicinato ulteriormente l’Italia verso i parametri fissati nell’ambito della cosiddetta transizione energetica e hanno permesso a settori decisivi dell’economia di riprendersi facilmente durante il periodo nero della pandemia.
Per Conte il Superbonus è un punto fermo
Dopo aver appreso i numeri di questo balzo statistico, anche Giuseppe Conte (che all’epoca del suo Governo introdusse la misura) elogia il Superbonus e chiede interventi per estendere la platea e l’efficacia. “Si investe, si interviene sugli edifici e si riducono l’impatto sul clima, sull’ambiente, l’inquinamento”. – afferma l’ex Premier. “Di fronte a tutto questo il M5S insiste a gran voce per il superamento di paletti come il tetto Isee per il Superbonus. Non è il momento di rallentare né la crescita economica né tantomeno la sfida del secolo, la lotta al cambiamento climatico”.