Lo smart working è ormai parte integrante del lavoro in presenza per ciò che riguarda aziende pubbliche e private in Italia. Un tema molto dibattuto che ha visto molte polemiche tra chi voleva tornare a tutti gli effetti in ufficio e chi predicava cautela. C’era il rischio che il lavoro agile diventasse un punto strutturato dell’ordinamento dei pubblici uffici, ecco perché è intervenuto il Governo per fissare i parametri, in vista di un auspicato ritorno alla normalità.
Le novità per lo smart working in Italia
Il Governo, insieme alle parti sociali, ha stilato delle nuove linee guida che vanno a normare i seguenti argomenti. I dipendenti in smart working avranno una dotazione tecnologica idonea fornita dall’azienda, con il costante aggiornamento dei meccanismi di sicurezza. Ai dipendenti spetta anche un diritto alla disconnessione (periodi temporali nei quali il lavoratore non può erogare alcun servizio). La prestazione lavorativa fuori dalla sede abituale di lavoro dovrà essere normata da un accordo individuale in cui siano indicate durata e modalità di svolgimento della prestazione. Questo per venire incontro alle esigenze dei lavoratori che vedevano infrangersi i dettami normativi acquisiti per il lavoro tradizionale, con la presenza del telelavoro.
L’accordo tra le parti per il lavoro agile
L’unico titolo legittimo per disporre i dipendenti in lavoro agile è la sottoscrizione dell’accordo individuale. Questo accordo, dunque, oltre a fissare le modalità operative, dovrà soprattutto garantire il diritto alla disconnessione. Durante i periodi di lavoro agile al lavoratore si potranno concedere i permessi previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge. Non saranno, invece, consentiti lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio. Il lavoro agile nella pubblica amministrazione trova le sue linee guida.
Il confronto tra Brunetta e i sindacati
Il confronto tra il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta e le organizzazioni sindacali, è finalizzato alla redazione del documento che regolamenterà sul piano operativo il lavoro agile, in attesa della sottoscrizione definitiva dei contratti collettivi nazionali di lavoro, che resteranno la fonte primaria della regolazione della materia. Il testo delle linee guida passa in Conferenza unificata, chiamata ad esprimere il parere che darà l’avvio alla loro applicazione in tutte le 32 mila pubbliche amministrazioni interessate. Le linee guida non si occupano, in effetti, solo del lavoro agile propriamente detto: introducono, infatti, una disciplina nuova del telelavoro, rinominato lavoro da remoto.
Una guida per il lavoro in smart working