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Emissioni zero entro il 2050, è un obiettivo possibile? Importanti segnali arrivano dall’Europa, saranno infatti stanziati fino a 130mila miliardi di dollari dal capitale privato per arrivare appunto ad emissioni zero entro il 2050. Lo ha annunciato Mark Carney, ex governatore della Banca Centrale inglese e adesso presidente della Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), che verrà affiancato nel suo lavoro da Michael Bloomberg.

Obiettivo 2050, quali sono gli attori coinvolti?

Si tratta di una coalizione composta da 450 banche, assicuratori e gestori patrimoniali in rappresentanza di 45 Paesi. Potrebbe fornire i finanziamenti necessari per raggiungere la neutralità carbonica nell’arco dei prossimi tre decenni. Londra impegnerà 100 milioni di sterline (136,19 milioni di dollari) per aiutare i paesi a medio-basso reddito a intraprendere la transizione. Annunciato anche un nuovo meccanismo europeo dei capitali per l’emissione di obbligazioni verdi. Un grido di allarme è arrivato anche dal WWF, dopo i gravissimi fatti della Germania degli scorsi mesi: “Quello accaduto in Germania e in Belgio è un vero disastro climatico. In pochi giorni è caduta la pioggia che un tempo scendeva in due mesi e il bilancio provvisorio è arrivato già a oltre 80 morti e 1300 dispersi. Nemmeno la Germania, che da anni ha avviato politiche per ridare spazio ai fiumi, è al sicuro dalle conseguenze peggiori del cambiamento climatico.

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Emissioni zero, in che tempi?

L’azzeramento delle emissioni (mitigazione) si deve attuare nel più breve tempo possibile. Ben prima del 2050. E nel contempo si devono mettere in campo DAVVERO le politiche di adattamento. In Italia, per esempio, il Piano di adattamento è ancora fermo e non è mai passato alla fase attuativa. Pensando a quanto successo in Germania, dobbiamo immediatamente rendere operativa una politica basata sul ripristino degli ecosistemi fluviali. Serve un recupero degli spazi che abbiamo rubato ai fiumi. Dal dopoguerra ad oggi, nel nostro Paese, abbiamo tolto ai fiumi circa 2000 kmq, un’enormità di spazio e le conseguenze di questo sono e saranno sempre più devastanti”.

Adeguare i corsi d’acqua alle esigenze del Pianeta

A proposito di adattamento, il WWF ha chiesto di avviare un grande piano di ripristino ambientale, come chiede anche la Strategia Europea per la Biodiversità che impegna gli Stati a rinaturalizzare e riconnettere almeno 25000 km di fiumi entro il 2030. Per questo WWF Italia ha promosso un grande progetto per la rinaturazione del Po, ora nel PNRR italiano, proprio per recuperare spazio al grande fiume. Questo è un primo grande passo per l’adattamento ai cambiamenti climatici nel nostro Paese, ma è ancora troppo poco. Sono ancora troppi gli interventi che andrebbero realizzati nei nostri corsi d’acqua assolutamente inadeguati. Il WWF per sensibilizzare sulla necessità di cambiare gestione sui nostri fiumi in favore di una diffusa azione di adattamento ai Cambiamenti climatici ha avviato la campagna LIBERIAMO I FIUMI a cui tutti possono partecipare.

Quali sono gli scenari a cui andiamo incontro?

Il WWF da anni chiede anche politiche giuste ma accelerate per azzerare le emissioni climalteranti, in modo da cercare di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Se continuiamo a questi ritmi saremmo destinati ad aumenti superiori ai 3°C e il mondo sarebbe un posto incompatibile con la civilizzazione umana e con la sopravvivenza di milioni di specie animali e vegetali. Quella del clima, insieme alla perdita della biodiversità, sono ormai la vera crisi che tutti i governi devono affrontare: in questo senso attendiamo una forte risposta dal G20 a presidenza italiana per favorire una convergenza al rialzo nelle sedi multilaterali. Questi ed altri importanti temi sono stati sviluppati in questo nuovo numero del magazine. Buona lettura!

Tommaso Mazziotti
Editore

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