Advertisement

La politica si interroga se dare seguito o abolire del tutto la tanto vituperata misura del Cashback. La strategia di incentivazione del pagamento digitale è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi, ma il Governo sembra essere determinato a non rinnovare il Cashback, già tagliato fuori dalla nuova finanziaria.

Le ragioni del “no” al cashback

Pochi benefici alle fasce di reddito più basse, furbetti delle microtransazioni e logica ultracompetitiva sarebbero le motivazioni alla base della proposta di superamento della misura. Mentre alcuni “vincitori” del Supercashback da € 1500 ancora attendono il loro bonifico, c’è già la latente convinzione che il capitolo possa essere definitivamente archiviato, al netto delle proposte sul cashback.

Advertisement

La proposta dei 5 Stelle

A spingere verso un ritorno al Cashback sono i loro fautori. Il Movimento 5 Stelle con a capo Giuseppe Conte chiede che la misura sia rivista ma non superata: la proposta sul tavolo è quella di un rimborso immediato sulla transazione eseguita correttamente. Dal canto loro i pentastellati adducono i seguenti argomenti: lotta all’evasione e strategia già adottata dagli istituti di credito privati, a dimostrazione della bontà dell’intervento.

La storia del cashback

Lo scorso 8 dicembre 2020 aveva preso il via la misura all’interno del programma cashback-italia. Dopo una prima tranche natalizia, il primo semestre si era concluso con la sua sospensione e tanti interrogativi sul fatto che potesse essere reintrodotto. Ai beneficiari un assegno di massimo € 150 sull’ammontare delle transazioni elettroniche. Mentre il SuperCashback era una misura che metteva in classifica coloro che avevano effettuato il maggior numero di transazioni, ai primi classificati un rimborso di €1500.

Advertisement