A pochi giorni dal suo ritorno a Manchester il campione di calcio Cristiano Ronaldo ha già cambiato casa. La sua scelta – stando a quanto riportano i tabloid inglesi – sarebbe stata causata dal poco gradito belare delle pecore proveniente dall’area verde attigua alla nuova villa del portoghese. Ma non sono soltanto i super ricchi ad esigere maggiore serenità all’interno delle abitazioni. Si tratta di una tendenza generale che si è venuta a configurare durante la pandemia che, com’è risaputo, ha stravolto le vite delle persone e, contestualmente, anche tutti i luoghi dove si esplica la loro personalità. Senza dubbio le tendenze in materia immobiliare segnano degli stravolgimenti che prima del Covid non sarebbero stati minimamente prevedibili. Abbiamo provato a riassumerli in questo approfondimento.
SPAZI ESTERNI FONDAMENTALI. Se prima ci si soffermava sulla vista dal balcone, adesso le famiglie che acquistano una casa solitamente decidono di spingersi oltre. Gli spazi all’aperto delle case devono essere abitabili e non solo degli affacci. Questa nuova tendenza sempre più diffusa è determinata dal fatto che sempre più persone, durante la fase più dura della pandemia (ma ancora oggi), siano state costrette a lavorare in smartworking e a prediligere gli spazi aperti, laddove le condizioni climatiche lo permettevano. Per lo stesso motivo sono aumentati anche gli spazi di condivisione per il lavoro, con parchi e aree verdi che sono diventate mete privilegiate dei lavoratori “agili”.
STANZE AMPIE E SOLUZIONI INDIPENDENTI. Si sa, il prezzo di un immobile, dipende dalla zona e dalla metratura. Ma laddove ci fosse la disponibilità economica di concedersi uno sforzo maggiore si predilige la presenza di stanze sempre più ampie, in controtendenza al fenomeno che aveva riguardato l’era pre-Covid, durante la quale soprattutto nelle grandi città, gli edifici di nuova costruzione presentava sempre degli spazi calpestabili in riduzione (max 80/100 m²) soprattutto nei condomini. Accadeva ciò anche a causa dei cambiamenti sociali, con le famiglie che non fanno più tanti figli. Ma la pandemia ci ha insegnato l’importanza degli spazi ampi e – purtroppo – anche a non dipendere da altre situazioni che implica relazioni interpersonali. Ecco perché le strutture indipendenti hanno avuto un maggiore appeal rispetto alle abitazioni condominiali.
TECNOLOGIA OVUNQUE. È indubbio che lo sviluppo delle tecnologie di domotica o smart home abbiano invaso il mercato. Le famiglie, soprattutto quelle più giovani e al passo con i tempi, cercano delle case già adibite a tali funzioni, in modo da poter tenere sotto controllo ogni aspetto del proprio vivere, semplicemente guardando lo smartphone. Questo è possibile attraverso delle app collegate a dispositivi che intercettano la rete wifi di casa e mandano segnali intelligenti. In questo modo si controllano le tapparelle di casa, si monitora la stanza del bambino o si controlla la temperatura direttamente dal proprio telefono cellulare.
EFFICIENZA ENERGETICA. Quando si vende o quando si acquista una casa è necessario conoscere la categoria energetica dell’immobile. Una catalogazione per lettere che permette di conoscere quanto l’edificio con i suoi servizi siano efficienti dal punto di vista dell’utilizzo di energia, dell’isolamento e dell’utilizzo di materiali conformi alla legge. Nell’era del Superbonus 110% questo tema è diventato preminente in quanto gli acquirenti sono sempre più attenti a quei parametri che poi hanno delle ricadute dirette sullo “spreco” di energia e quindi sui costi delle utenze. Case sempre più autonome dal punto di vista energetico e sempre più isolate con materiali termici adatti fanno le gioie di coloro che acquistano.
MODALITA’ DI ACQUISTO EASY. In Italia gli sgravi per gli under 36 hanno mosso ulteriormente un mercato immobiliare già in fermento. Ma oltre a questi incentivi coloro che vogliono acquistare casa vengono ingolositi anche da formule d’acquisto innovative che, in taluni casi, vengono pensate proprio dagli istituti bancari dove ci si rivolge per richiedere un mutuo. L’insicurezza generata dalla pandemia ha causato maggiore consapevolezza negli acquirenti che ora prestano più attenzione ai passi da compiere. È per questo motivo che stanno avendo un grande successo le formule che si definiscono con la dicitura “Rent-to-buy”, ovvero un affitto di breve termine finalizzato ad un acquisto in un secondo momento. Questa formula permette a chi non ha una grande disponibilità economica iniziale di pagare un affitto, seppure più alto, ma che al momento dell’acquisto definitivo sarà sgravato dal computo totale del valore dell’immobile. In sostanza è un modo per non vanificare le rate dell’affitto e per iniziare a pagare quelle del mutuo futuro.
A cura di Francesco Gasbarro