Girarci intorno non serve a niente, abbiamo tutti bisogno che le attività economiche, la scuola, gli uffici, la nostra quotidianità, ricomincino a marciare come e più di prima e per questo è necessario che la maggioranza delle persone sia vaccinata. Dovendo ancora studiare il modo e i termini per rendere obbligatorio il vaccino, si è reso obbligatorio il green pass, a tutti gli effetti, un lasciapassare.
Fino alla prossima metà di ottobre obbligatorio per accedere ad alcuni luoghi ma, da quella data, obbligatorio per una serie di altre attività. Il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha legato l’obbligo del green pass o certificato verde per entrare anche negli uffici pubblici e privati o in fabbrica, alla valenza economica del provvedimento sottolineando quanto questa azione sia importante per il raggiungimento dell’obiettivo di poter “continuare ad aprire o tenere aperto il Paese”. L’economia è in ripresa, in Italia più che nel resto d’Europa, questo trend non si ha nessuna intenzione di invertirlo anzi si vuole renderlo strutturale e questo processo di crescita verrebbe seriamente compromesso in caso di nuove chiusure – lockdown determinati da una eventuale propagazione del virus nel prossimo autunno.
Guardando ai dati economici gli imprenditori grandi, medi e piccoli delle industrie delle regioni del nuovo triangolo economico, Lombardia-Veneto-Emilia Romagna, si sono, immediatamente, allineati alle indicazioni del governo, questa volta, dissociandosi anche da indicazioni dettate dai capi politici del loro schieramento i quali cercavano e cercano, tra mille peripezie, di tenersi a galla tra favorevoli e sfavorevoli, tra si vax e no vax cercando di rappresentare un punto di riferimento politico ai pensieri, anche sconclusionati, in vista delle prossime elezioni. Le imprese, così, vengono investite di un ruolo determinante e molto delicato, in questa fase, poiché, toccherà a loro controllare se i propri dipendenti sono in possesso del green pass. E’ molto probabile che questa attività complicherà, non poco, il lavoro delle imprese, piccole o grandi che siano, non sarà certo facile il controllo, rispettando la libertà di scelta di ogni lavoratore.
E’ evidente che bisognerà porre la massima attenzione a questi controlli perché non diventino motivo di scontri all’interno di ogni azienda trasformando un’azione in contestazione e lotta di classe. La Confindustria e il suo capo, Carlo Bonomi, volevano il green pass e l’hanno ottenuto, ora bisognerà stare molto attenti perché non degeneri in abuso e motivo per azioni di altro genere. I sindacati a loro volta, anticipando queste eventualità, non proprio remote, sono riusciti ad ottenere il divieto di licenziamento anche se hanno dovuto accettare la possibilità di sospensione dal lavoro, nessun diritto allo smart working, la sospensione dello stipendio e la sostituzione, sia pure temporanea, dei lavoratori privi di green pass. Ancora una volta si evidenzia come niente sarà più come prima e che il virus ha cambiato e continua a cambiare, in modo significativo, la nostra vita sociale e lavorativa.