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Da prima che la Puglia diventasse di moda, Gallipoli lo era già. Era il ’94 quando D’Alema e Buttiglione si incontravano al Bastione, storico ristorante della città, per discutere le strategie per superare il governo Berlusconi. E poi Gianni Morandi a Lido Pizzo, e tanti altri vip negli anni hanno scelto la splendida cittadina ionica cantata dal poeta Vittore Fiore. I ragazzi che ora fremono per andare in vacanza a Gallipoli non erano ancora nati, ma la città era già famosa, anche per le sue discoteche. I lidi che mettevano un po’ di musica nelle notti speciali dell’estate: San Lorenzo e Ferragosto, quello che è venuto dopo è storia, perché Gallipoli ha saputo richiamare tutto il mondo, con il suo mare cristallino, i suoi locali, i suoi eventi. Ora cosa succede? Ne abbiamo parlato con il Sindaco Stefano Minerva.



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Sindaco Minerva, come vi state attrezzando per la ripartenza del tursimo?
Gallipoli ha una responsabilità importante e proprio perché è riconosciuta a livello nazionale come città anche dei giovani. Nulla sarà affidato al caso, vi è un protocollo da rispettare e che riguarderà tutti gli attori del sistema. Abbiamo una grande responsabilità e non possiamo permetterci di perdere la partita. È chiaro che le Istituzioni fanno il possibile, il resto però richiede un contributo importante anche dagli esterni. Ci sono imprenditori che stanno investendo su nuove discoteche e, a quanto pare, sono già arrivate molte prenotazioni da parte di ragazzi da tutta Italia.



Gallipoli tornerà ad essere la capitale del divertimento giovanile? Gallipoli non torna indietro, o meglio: va avanti. sempre. Nei decenni passati Gallipoli era il punto di riferimento per le famiglie poi, grazie alla visione di imprenditori illuminati, il brand Gallipoli è diventato un’attrattiva per i più giovani. Sono del parere che un target non debba necessariamente escludere l’altro: Gallipoli nell’ultimo triennio è diventato un modello nazionale in grado di coniugare famiglie e cultura, giovani e divertimento. Non a caso gli ingressi dei contenitori culturali della città hanno visto il proprio numero raddoppiarsi. Gallipoli è una città ricca di storia, crocevia di culture, ma è anche una città fresca e giovanile. Come tutti i rapporti di convivenza serve il buon senso e il rispetto delle regole, senza non si può immaginare alcun futuro.

La voglia di vivere la notte è tanta, ma siamo da mesi molto difficili. Ormai è arrivato il turno dei più giovani per i vaccini. Pensa di organizzare centri vaccinali dedicati ai turisti, se ne avrà la possibilità?
L’attuale Amministrazione ha dedicato un’attenzione importante al settore sanitario. Mi preme fare una piccola, importante premessa: il nosocomio gallipolino è diventato di primo livello proprio negli ultimi anni e insieme al Distretto Socio Sanitario abbiamo attivato un centro di assistenza medica per i turisti nel centro storico. Attualmente abbiamo anche organizzato l’hub vaccinale per l’intero territorio quindi, come si può evincere, siamo sempre in prima linea per rispondere alle esigenze della comunità. Non dico di no, ma non posso dare certezza di quel che sarà: viviamo un periodo dinamico, fluido. Se necessario, faremo il possibile per rispondere a questa esigenza.

Nel 2021 i contagi sono stati tanti anche a Gallipoli. La popolazione ha paura ora, in vista dell’arrivo dei turisti, italiani e stranieri?
Gallipoli ha passato, come tante realtà, un periodo cupo. Come i fiori, abbiamo atteso la primavera per poter sbocciare. Ora stiamo iniziando nuovamente a vivere con il sole dentro, ma quanto accaduto ci ha segnati. Ci è servito per capire che il pericolo è dietro l’angolo ma questo ci ha reso maggiormente attenti, non paurosi. Gallipoli è una città di mare e il suo popolo sa come rispondere agli attacchi che vengono dall’esterno. È nel DNA, così come lo è il valore dell’accoglienza. Siamo un popolo che vive anche di turismo, non respingiamo chi ci sceglie. Ci sono le navette private che portano i giovani in discoteca.

Pensate di organizzare anche un servizio di trasporto comunale per evitare assembramenti?
Gallipoli dispone già di un servizio di trasporto pubblico, ma non destinato al popolo della notte. In realtà i lavoratori del settore lo scorso anno hanno già dato prova di grande professionalità e responsabilità. Sono sicuro che quest’anno non saranno da meno.

I lidi che diventano discoteche nel pomeriggio e fino al calar del sole. E poi le feste notturne. Resteranno ricordi o tornerà la musica in spiaggia?
La volontà di tornare alla normalità è tanta. Sono dalla parte dei lavoratori, di chi ha sofferto per questa pandemia e di chi ha visto il proprio futuro sempre più in bilico. Provare insieme a restituire certezze è forse utopico ma è la nostra missione. Con un solo must: insieme.



A cura di Maria Pia Romano

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