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Anche su questa testata, a più riprese, abbiamo parlato dell’importanza dell’idrogeno, come elemento che sarà al centro del processo di innovazione tecnologica dei prossimi decenni. Questa prospettiva è avallata anche dal testo definitivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di cui una corposa parte è incentrata sulla svolta “green” del settore della viabilità e dei trasporti.



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Ecco perché si è resa necessaria la creazione di un Polo Nazionale per le tecnologie ad idrogeno che diventi un punto di riferimento per tutta Italia. Questo hub di innovazione nascerà a Modena, entro la fine del 2021, e avrà l’obiettivo di incentivare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei. In questo centro di ricerca, attraverso una collaborazione tra pubblico e privato, saranno poste le basi per degli studi strategici da applicare a tutti i settori economici, con ricadute positive sia dal punto di vista dell’innovazione che certamente per ciò che riguarda l’ambiente. Il Polo Nazionale dell’idrogeno nascerà dall’idea della Snam, azienda leader nel settore delle infrastrutture energetiche in Europa, da tempo impegnata sull’applicazione pratica di quel concetto che oggi definiamo “transizione energetica”. Un obiettivo talmente importante che il nuovo Governo Italiano, presieduto dal Premier Mario Draghi, ha deciso di perseguire istituendo un Ministero ad hoc, ovvero quello della “Transizione Ecologica e Sviluppo Sostenibile”, in aggiunta al Ministero dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale.



Al progetto modenese prenderanno parte attivamente anche gli studenti e i ricercatori, attraverso la presenza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. A quello emiliano si affiancheranno poi altri hub: uno con il Politecnico di Milano e uno oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti. Nel dettaglio, l’hub modenese si occuperà di tre ambiti di operato: l’automazione delle filiere produttive di elettrolizzatori e celle a combustibile, un prototipo di stazione di rifornimento di idrogeno realizzato nell’università con tecnologia italiana e nuove applicazioni a supporto dei veicoli a guida autonoma, nonché soluzioni IoT (Internet of Things) e AI (intelligenza artificiale) per la mobilità del futuro. Il centro di ricerca aprirà le porte a start-up e provider tecnologici che potranno sviluppare le loro soluzioni e trovare potenziali applicazioni.

Ma l’Emilia Romagna si sta già distinguendo per l’applicazione dell’idrogeno, elemento “green” che esce così definitivamente dal piano teorico e sbarca sul piano pratico. Infatti, a Carpi, sta per nascere il primo impianto di riscaldamento a idrogeno installato in un edificio scolastico. Accadrà ciò presso l’istituto tecnico Meucci di Carpi, grazie ad un sistema autoprodotto che funzionerà tramite un parco fotovoltaico installato ad hoc a fianco della scuola. La proposta progettuale è stata illustrata in Provincia, a Modena, e l’intervento fa parte del nuovo bando per i servizi energetici dell’ente, che riguarderà 88 edifici di proprietà. Tra questi spicca dunque il Meucci, dove l’impianto sarà gestito nei prossimi sette anni dalla cooperativa Coopservice di Reggio Emilia: è lei, infatti, che si è aggiudicata il nuovo “Servizio Energia per gli Edifici della Provincia Di Modena”, non solo quindi per il Meucci ma anche per palestre e altre strutture, da 25 milioni di euro.

Da questo esempio virtuoso si può ben intendere che sicuramente, nei prossimi anni, nasceranno tante altre realtà di questo tipo in tutta Italia, magari prendendo le mosse dalle innovazioni che avranno luogo proprio all’interno del nuovo Polo Nazionale modenese. Sono stati gli stessi promotori, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, a spiegare la mission del nuovo progetto legato alla promozione dell’idrogeno. “La missione dell’Hydrogen Innovation Center è costruire un’alleanza strategica tra imprese e mondo della ricerca per consolidare la filiera italiana dell’idrogeno e favorire la nascita di nuove aziende e progetti, anche attraverso l’avvio di un programma di accelerazione” – spiega Cosma Panzacchi, Evp Hydrogen di Snam. “L’obiettivo è proporre i primi progetti al mercato ed estendere la rete di partnership anche all’estero entro i prossimi due anni”. Ascoltando queste parole è facile immaginare che nei prossimi anni possano già intravedersi in commercio delle autovetture completamente ad idrogeno, degli impianti di riscaldamento domestici ed altri applicativi che consentiranno una riduzione notevole dell’inquinamento e dell’utilizzo dei combustibili fossili.

Di Francesco Gasbarro



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