Il Governo non può farsi trovare impreparato al grande appuntamento col PNRR, ecco perché servono energie nuove in organico da mettere a lavoro sui progetti che trasformeranno l’Italia nei prossimi anni. Questa è la ratio del “Decreto Reclutamento” approvato dal Consiglio dei Ministri nelle ultime ore, un provvedimento che consentirà di procedere con le assunzioni, da qui fino al 2026, per la messa a terra dei progetti legati al Recovery plan.
UN PASSAGGIO NECESSARIO. Si tratta del terzo pilastro del primo pacchetto di riforme – oltre al decreto reclutamento, il decreto semplificazioni e la governance del Recovery approvati la settimana scorsa – propedeutico all’accesso ai fondi del Next Generation Ue. Dopo la pubblicazione delle prime bozze si era già discusso ampiamente su questo piano organico di assunzioni (oltre 24.000) che però non saranno incardinate a tempo indeterminato nella PA, ma avranno la durata di 4/5 anni, ovvero il tempo necessario all’espletamento dei progetti.
QUALI SONO LE POSIZIONI APERTE? Nel dettaglio saranno 24.045 i profili ricercati. Il decreto legge prevede la possibilità di assumere fino a 1.000 unità di personale a supporto degli enti locali, 500 di professionisti per la rendicontazione finanziaria, altri 300 per la governance, 268 addetti per la transizione digitale; 67 all’Agid; 16.500 all’ufficio per il processo e 5.410 unità di personale amministrativo alla giustizia. Le competenze ricercate saranno sopratutto quelle di ingegneri, informatici, esperti di procedure amministrative e altri profili tecnici, con un unico portale nazionale che si occuperà del matching tra domanda e offerta.
Di Francesco Gasbarro