Non ci sarà la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto. La misura cesserà i propri effetti al 30 giugno, come inizialmente previsto. E’ questo l’esito dell’ultimo tavolo presieduto dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando che ora è finito in mezzo al fuoco incrociato delle polemiche, perché la fine del blocco dei licenziamenti potrebbe generare la perdita di numerosi posti di lavoro “salvati” durante la fase più dura della pandemia. Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. Questo è quanto sarà inserito nel testo definitivo del Decreto Sostegni Bis.
Le polemiche sono scaturite dal repentino dietrofront del Governo sul tema. Infatti, negli scorsi giorni, Confindustria aveva osteggiato tale possibilità di proroga, con Federchimica a Federmeccanica che si erano mobilitate per rigettare il prolungamento del blocco all’interno del Sostegni Bis. Le associazioni di categoria avevano lamentato il mancato coinvolgimento per quanto era stato deciso all’interno del Decreto Sostegni Bis. Più che altro una questione di metodo. Il ministro aveva rilanciato la sua posizione, ma poche ore dopo il provvedimento è sparito dal testo definitivo del pacchetto delle riforme.
A questo punto hanno alzato la voce i sindacati, i quali in una nota congiunta a firma dei segretari di Cgil Maurizio Landini, della Cisl Luigi Sbarra e della Uil Pierpaolo Bombardieri hanno dichiarato “inaccettabile e socialmente pericolosa la posizione della Confindustria che si ostina a rifiutare la proroga del blocco dei licenziamenti in questa fase, tanto più alla luce dei finanziamenti di carattere sia generale sia specifici, destinati alle aziende e mai selettivi”.