Il Decreto Semplificazioni non può abdicare al controllo sulla legalità. Infatti, da un lato vanno snellite le pratiche burocratiche (obiettivo cardine del nostro ordinamento), da un altro lato invece va garantita la liceità di tutti i processi. In mezzo a questo guado vi è il codice degli appalti che, stando alle bozze del Decreto, dovrebbe prevedere delle importanti novità. Infatti, nelle bozze che si susseguono sembra confermato l’abbattimento della soglia per i subappalti nei lavori pubblici, la cui ratio va ricercata nella necessità di saper eseguire rapidamente i lavori previsti dal Recovery Plan. Nel dettaglio il governo vorrebbe consentire all’aziende che si aggiudicano i lavori di gestire liberamente e senza soglia i subappalti. Inoltre vorrebbe tornare al criterio di aggiudicazione del massimo ribasso, che unito all’appalto integrato può aprire la strada al solito “gioco” delle varianti in corso d’opera che fanno lievitare i costi.
L’esperienza del passato, soprattutto in Italia, pone degli importanti interrogativi su questo tema. Infatti l’innalzamento delle soglie di subappalto è sempre stata vista come una intercapedine in cui si possono inserire gli interessi mafiosi e di riflesso anche un certo abbassamento delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro, perché appunto le aziende sono portate a fare margine sui materiali e sulle tutele per i lavoratori, se vige il criterio del massimo ribasso. I fautori di questa riforma, invece, sostengono che anche con l’attuale soglia del 30% (poi portata al 40%) si sono verificate delle infiltrazioni mafiose e dei problemi sulla sicurezza, ragion per cui andrebbe invece garantito un controllo capillare sull’esecuzione dei lavori. Tra i sostenitori di questa riforma – da inserire nel dl Semplificazione – c’è il centrodestra della Lega e di Forza Italia che spingono da tempo per il superamento del Codice degli appalti.
Al contrario, dall’altra parte della barricata, è stata furiosa la reazione dei sindacati che su questo punto hanno già annunciato uno sciopero. Anche Libera Contro Le mafie si è detta preoccupata per questa riforma. La contestazione è rivolta anche alle normative europee che impongono all’Italia di rivedere la regolamentazione degli appalti per renderla più armonica rispetto agli altri paesi comunitari. “Oltre al merito – afferma il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi – c’è un problema di metodo: nel Pnrr il governo ha scritto entro maggio il decreto Semplificazioni avrebbero riguardato conferenze dei servizi e Valutazione di impatto ambientale, mentre sugli appalti l’intervento veniva previsto entro l’anno con una legge delega: è quindi uno schiaffo al parlamento. Così come è odioso che la liberalizzazione del sub appalto, che aumenterà il lavoro insicuro, arrivi nei giorni in cui si parla di lotta ai morti sul lavoro”, conclude Genovesi.