Bruno Maizzi vicepresidente nazionale dell’Associazione Movimento Consumatori, esperto in Consumerismo e Gestione Crisi da Sovraindebitamento, pone a disposizione dei lettori di P&F Magazine le sue conoscenze in materia, rispondendo ai diversi quesiti di quanti, a seguito stato di conclamata crisi economica, in virtù dello stato pandemico in corso, si trovano impossibilitati ad onorare gli impegni assunti con Istituti di Credito, Finanziarie e Fornitori “Stato di Insolvenza” Famiglie & Imprese non fallibili “ex Lege 3/2012 Legge antisuicidio”.
Lo scopo di questa rubrica è “rendere noto ai cittadini (persone fisiche, professionisti, artigiani, agricoltori e titolari di piccole imprese)” la poco divulgata Legge 3/2012 sul Sovraindebitamento. Ma vediamo nel dettaglio i benefici di detta Legge: Legge 3/2012 “Sovraindebitamento” ancora di salvezza per famiglie e imprenditori in difficoltà. Con il termine “sovraindebitamento” si intende il perdurante squilibrio tra il patrimonio liquidabile e le obbligazioni contratte, tali da impedire al soggetto di adempiere alle stesse attraverso mezzi ordinari. L’istituto della crisi da sovraindebitamento è stata inserita, nell’ordinamento giuridico italiano, mediante decreto legge n.179 del 18 ottobre 2012, convertito con modificazioni dalla legge n.221 del 7 dicembre 2012.
In questo particolare momento di crisi economica, si stima che il 75% delle famiglie italiane, si ritrovano “causa COVID-19” in stato di insolvenza con Banche, Finanziarie, Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia), Enti e soggetti pubblici e privati, etc., a seguito dei troppi
impegni finanziari, loro malgrado assunti, nel corso degli anni, determinando una sorta di squilibrio tra l’attivo ed il passivo. A fronte della perdita del lavoro di uno dei coniugi e/o alla avvenuta riduzione dello stipendio e/o per gravi motivi improvvisamente occorsi, il soggetto che è stato portato e/o indotto ad indebitarsi più del dovuto, si ritrova con uno stipendio e/o reddito che non gli consente di poter vivere dignitosamente ed onorare nel contempo gli assunti impegni finanziari. Ovviamente gli aventi diritto “i creditori”, non
possono attendere il suo ritorno in bonis, non possono attendere che la sua situazione economica volga al meglio, non possono non far valere i loro diritti, e quindi si vedranno costretti ad agire nelle più opportune Sedi per assicurarsi la restituzione del credito vantato.
Spesso il soggetto, dopo una vita di sacrifici è proprietario dell’immobile in cui vive, e su questo che i creditori avranno la possibilità di rifarsi. Poco importa se è l’abitazione in cui lui vive, poco importa se a seguito di vendita all’asta, il suo nucleo familiare non saprà dove
alloggiare, poco importa se sono presenti minori in età scolare, anziani e/o disabili, il bene immobile viene dapprima pignorato e poi, attraverso una procedura, ad oggi più snella e veloce, viene venduto all’asta per il soddisfo dei debiti contratti. Il più delle volte, la vendita
all’asta del bene non riesce neppure a soddisfare il 50% dell’intera debitoria, ed il debitore, dopo aver perso il suo unico bene, si ritrova comunque ad essere ancora debitore per la restante non soddisfatta parte.
Questo non può che determinare, nei soggetti più deboli, o meglio nei soggetti che hanno un alto grado di moralità, il compimento di estremi gesti… Purtroppo sempre maggiori, nell’ultimo periodo, sono i casi di suicidio registrati in Italia. Ecco perché la Legge 3/2012 “comunemente detta legge antisuicidio” viene definita una mera ancora di salvezza per chi, pur operando con diligenza è caduto suo malgrado in disgrazia. Chi può accedere? Possono accedere sia il consumatore (impiegati e/o operai sia del pubblico impiego che del privato) che tutti i soggetti autonomi non fallibili, ovverosia a chi è preclusa la possibilità di accedere alle procedure concorsuali previste dalla Legge Fallimentare (artigiani, agricoltori, professionisti, piccoli imprenditori, etc.), che non per colpa, ma per valide e non prevedibili motivazioni, si sono “in buona fede” indebitati più del dovuto.
Può accedere il debitore che ha già in corso procedure esecutive (decreti ingiuntivi, pignoramenti, vendita all’asta, etc)? Certamente sì! Tra l’altro a secondo della natura del debito, si andranno nello specifico a valutare tutti gli elementi di ogni singola
esistente debitoria, il che potrebbe sortire anche un legittimo decadimento del debito stesso e/o comunque si potrebbe intentare, a seconda dei casi, anche una sospensione della procedura esecutiva in atto, in attesa che il preposto Piano di ristrutturazione delle debitorie
venga dal preposto Giudice “omologato”. Anche immobili al terzo/ quarto avviso di vendita all’asta sono stati salvati grazie alle “procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”.
I creditori vengono di fatto penalizzati da questa Legge? Diciamo pure che, la Legge 3/2012 , è stata strutturata per disincentivare l’esercizio di azioni di esecuzione individuali da parte dei creditori, inducendoli all’accettazione dell’accordo, ovvero del piano del consumatore in quanto a quest’ultimo è garantita una soddisfazione, seppur parziale, del credito vantato in un lasso di tempo ridotto rispetto all’azione individuale. In conclusione, risulta evidente come la Legge 3/2012, rappresenti una concreta opportunità per liberarsi definitivamente dal peso di
debiti diventati insostenibili. Questa legge offre la possibilità di rientrare nel ciclo economico e di tornare a vivere serenamente un nuovo inizio per se e la propria famiglia.
Bruno Maizzi